Il mondo del beverage premia il prodotto leggero, agile, con regime alcolico basso se non nullo. Tutto fuorché una notizia, converrete: su queste pagine (e non solo) si inseguono gli articoli che raccontano numeri e successi dell’opzione analcolica, birra o vino che sia. Insomma: piacciono sempre di più.
Le motivazioni sono numerose, com’è ovvio. Tra le più prominenti, però, c’è senza ombra di dubbio il nodo della salubrità: no e low alcohol sono considerate opzioni amiche della salute, in altre parole. Il parere di uno studioso coreano, però, si piazza come voce fuori dal coro: bere birra analcolica, spiega, può causare attacchi di gotta. Ma come?
Parola alla scienza
Il nostro protagonista è il Dott. Ji-won Hwang, reumatologo presso il Kyung Hee University Hospital di Seul. Vale la pena ricordare che la causa principale della gotta è l’accumulo di cristalli di acido urico nelle parti più fredde del corpo, come le dita dei piedi. Quando i globuli bianchi riconoscono questi cristalli come invasori – e dunque come nemici dell’organismo -innescano una risposta immunitaria, che spesso si manifesta con un dolore netto e intenso. Chiaro, no?
La scienza ha riconosciuto da tempo il consumo (e l’abuso) di alcol come una delle cause scatenanti della malattia. Hwang, però, ha ritenuto opportuno ampliare lo spettro della ricerca: “Alcune di queste bevande contengono ancora tracce di alcol e, se contengono fruttosio o dolcificanti artificiali, possono stimolare la produzione di acido urico” ha spiegato al Korea Times.
La birra, in particolare, siede in prima fila al banco degli imputati a causa del più alto livello di purine (che, una volta scomposte, diventano acido urico) rispetto ad altri colleghi, come il vino o i superalcolici. Da qui l’intuizione – o il sospetto: di fatto, a oggi, non ci sono studi che abbiano esaminato la correlazione tra birra analcolica alla gotta – di Hwang: la birra analcolica, alla luce di quanto visto fino a ora, non dovrebbe essere considerata “priva di rischi“.