Bibite gassate: la guerra in Sudan ne minaccia l’esistenza

Cosa c'entrano le bibite gassate con la guerra che sta dilaniando il Sudan? La chiave sta in un semplice ingrediente - la gomma arabica.

Bibite gassate: la guerra in Sudan ne minaccia l’esistenza

Le meraviglie del villaggio globale: la guerra che continua a fare sanguinare il Sudan sta di fatto minacciando le forniture internazionali di uno degli ingredienti chiave delle bibite gassate (e di molto altro, a onore del vero), ossia la gomma arabica. A oggi, infatti, circa il 70% della fornitura mondiale di questo particolare ingrediente – per il quale, è bene notarlo, esistono pochissimi sostituti – viene ricavata dagli alberi di acacia che “popolano” la regione del Sahel, in Sudan, che tuttavia si trova dilaniato dal conflitto tra le Forze Armate Sudanesi, l’esercito regolare e le Forze per il Supporto Rapido (Rsf).

Gomma arabica: l’ingrediente che lega la guerra in Sudan e l’esistenza delle bibite gassate

gomma arabica

Potremmo arrischiarci a tracciare un parallelo tra questa situazione e quanto sperimentato lo scorso anno con l’olio di girasole: i nostri lettori più attenti ricorderanno infatti che l’Ucraina può vantare di essere uno dei principali produttori al mondo di questo particolare prodotto, con l’invasione da parte delle forze russe che portò naturalmente a un congelamento delle esportazioni, un aumento dei prezzi e all’introduzione di razionamenti da parte di alcune grandi catene di supermercati.

Olio di palma per sostituire quello di girasole: sotto accusa Oro Saiwa e Plasmon Olio di palma per sostituire quello di girasole: sotto accusa Oro Saiwa e Plasmon

Ma torniamo a noi – gomma arabica, bibite gassate, Sudan. È bene notare che diverse aziende che basano una grossa percentuale della propria produzione su questo ingrediente, come Coca Cola o PepsiCo, evidentemente consce della persistente instabilità del Sudan, avevano già ritenuto opportuno mettere da parte delle scorte che dovrebbero essere sufficienti a soddisfare la domanda per i prossimi cinque o sei mesi; ma è altrettanto importante sottolineare come sia la prima volta che i conflitti in corso abbiano paralizzato in maniera così radicale l’economia locale e le comunicazioni di base del Paese africano.

Insomma, pare che il problema stia assumendo proporzioni sempre più notevoli – tant’è che, come riportato dai colleghi della Reuters, dodici esportatori, fornitori e distributori contattati dall’agenzia stampa hanno affermato che il commercio della gomma arabica è attualmente interrotto, e che al momento è “impossibile” procurarsene altra a “causa delle turbolenze della guerra e dei blocchi stradali”.

In altre parole tocca mettere mano alle preziose scorte accumulate nei mesi scorsi, razionandole con cautela nella speranza che il conflitto arrivi a una risoluzione prima che i magazzini si svuotino del tutto. Altrimenti? “Aziende come PepsiCo o Coca Cola non possono esistere senza la gomma arabica” ha commentato a tal proposito Dani Haddad, direttore marketing e sviluppo di Agrigum, uno dei primi dieci fornitori globali.