Birra, il capo di BrewDog ribalta le accuse e inizia una causa per diffamazione e ricatto

Campagna diffamatoria, ricatti e atti persecutori: James Watt, il CEO di BrewDog ossia il più grande birrificio artigianale in UK, al contrattacco verso chi lo ha accusato di molestie.

Birra, il capo di BrewDog ribalta le accuse e inizia una causa per diffamazione e ricatto

Una campagna diffamatoria, con in più un ricatto e atti persecutori. Il capo dell’azienda di birra artigianale BrewDog, James Watt, ha avviato una causa contro una donna che, secondo lui, ha fornito false informazioni su chi era responsabile dei commenti offensivi fatti su di lui sui social media. Watt è stato più volte al centro di accuse di molestie sessuali e comportamenti scorretti, e questo ha portato a varie reazioni pubbliche sui social: di recente il CEO del birrificio aveva iniziato una inchiesta privata tramite investigatori per portare alla luce quella che afferma essere una vera e propria campagna di diffamazione; le indagini si erano però concentrate soprattutto su Rob MacKay, ex dipendente di BrewDog, apparso nel documentario della BCC, The Truth About BrewDog.

Ora invece a essere portata in tribunale è Emili Ziem, accusata di “fraud” e “malicious communication”. Gli avvocati di Ziem, 29 anni, cittadina brasiliana e giapponese, hanno indicato che si sta preparando a contestare le affermazioni e non commenterà i dettagli del caso mentre il procedimento è attivo.

La prima accusa, di “fraud” – un reato che potremmo situare tra il ricatto, la truffa e la minaccia – è per aver affermato “disonestamente” di aver ottenuto informazioni su “persone responsabili di comunicazioni diffamatorie” a proposito di Watt; il tutto per ottenere un guadagno per sé o causare un danno a lui.

James Watt Brewdog

La seconda accusa, “malicious communication” – qualcosa tra i nostri reati di diffamazione e di atti persecutori – è per aver inviato un post da un account Instagram “che veicolava informazioni false e che lei sapeva o credeva false allo scopo di causare angoscia o ansia al destinatario”.

Ziem, che non ha un indirizzo permanente nel Regno Unito e ha fornito un indirizzo in Norvegia, ha dichiarato di contestare entrambe le accuse. Le è stata concessa la libertà su cauzione senza restrizioni.

Si tratta di un’azione giudiziaria privata promossa da Watt, non dalla sua azienda BrewDog, che è il più grande produttore di birra artigianale della Gran Bretagna. Fondato da Watt nel 2007, il birrificio è cresciuto fino a raggiungere un valore di oltre 2 miliardi di sterline, con circa 2.000 dipendenti, più di 100 locali in tutto il mondo e birre rifornite nei principali supermercati, tra cui Tesco.