La notizia è che Burger King è finito in tribunale a causa delle dimensioni, reali ma anche e soprattutto presunte, dei suoi panini. Pubblicità ingannevole, si legge nella causa intestata da diciannove clienti provenienti da tredici stati a stelle e strisce. La sensazione di déjà vu è giustificata e persino legittima.
Agosto 2023: “Burger King finisce in tribunale per le dimensioni dei Whopper“, si legge tra le nostre pagine. Questione di pubblicità, di percezione, di inganno – delitto d’onore – alla fame altrui: il suo panino di punta viene rappresentato su tabelloni e affini con dimensioni più generose di quelle effettive. BK si era difeso sostenendo di non essere tenuto a servire hamburger che fossero “esattamente come nelle foto”. E ora?
Nuovo giro, nuova corsa, nuove dimensioni
Al banco degli imputati figurano i soliti sospetti: Roy Altman, giudice di Miami, ha ritenuto plausibile che “alcuni” dei consumatori coinvolti nella class action proposta da loro stessi possano essere stati ingannati dalle pubblicità di Burger King. In soldoni: i nostri protagonisti sono dell’idea che Whopper & compagnia bella siano rappresentati, tanto online quanto nei materiali cartacei disponibili nei punti vendita e non solo, con dimensioni ritoccate. In senso positivo, si capisce.
In un primo momento BK si è fondamentalmente limitato ad ammettere che l’occhio vuole la sua parte. I fotografi, ha spiegato il colosso del fast food, “hanno curato lo stile e la presentazione dei panini” rispetto a quanto potrebbero fare i normali dipendenti dei punti vendita, ma d’altro canto lo scopo delle foto sui menu o delle pubblicità è proprio quello di farli apparire il più appetitosi possibile. Altman non è d’accordo, però.
Il giudice è dell’idea che alcuni materiali vadano ben “oltre la mera esagerazione” estetica, e che ci sia della malizia. Burger King, a questo punto, si è giocato la carta del negare tutto. “Le affermazioni dei querelanti sono false” si legge in una nota rilasciata dall’azienda nelle ultime ore. “Gli hamburger di manzo grigliati raffigurati nella nostra pubblicità sono gli stessi utilizzati nei milioni di hamburger che serviamo ai nostri clienti in tutti gli Stati Uniti”. Si deciderà in tribunale. A stomaco pieno, si spera.