Burger King sembra averci preso gusto a collaborare con chef pluristellati. Prima fu Dabiz Munoz in Spagna, poi Paul Pairet, eclettico chef di Ultraviolet, e ora, per il Regno Unito, la scelta sembrava fin troppo facile: Gordon Ramsay.
A fare la differenza rispetto all’ennesima operazione di “chefwashing” ci sono due distinzioni fondamentali: la prima è l’ambizione gourmet del progetto, che prevede nientemeno che un hamburger di Wagyu, la seconda il tono decisamente sopra le righe, volto a capovolgere la pratica stessa dell’ingaggiare un testimonial, con lo slogan “Not made by Gordon”.
“Not made by Gordon”
Così, nella campagna ideata da BBH, un Ramsay insolitamente timido prova in tutti i modi ad entrare nelle cucine di Burger King per rendersi utile in qualche modo ma il personale, che evidentemente non nessun bisogno dell’aiuto di uno cuoco che nella vita ha collezionato 17 stelle Michelin, e lo rimbalzano puntualmente: il concetto classico di partnership con lo chef famoso è quindi sovvertita con risultati tutto sommato divertenti.
Una strategia comunicativa che anche i piani alti del colosso del fast food sembrano gradire: Katie Evans, CMO di Burger King UK, ha dichiarato: “così buono che penseresti sia stato fatto da un grande chef, ma non è così. Scusa Gordon”, e Felipe Serradourada Guimaraes, Executive Creative Director di BBH, le fa eco: “Quando sei così sicuro del tuo prodotto, assumi uno chef famoso solo per dire che non ha cucinato lui il burger. È puro Burger King”.
Il Wagyu Burger di Burger King è realizzato con il 100% di carne wagyu britannica, proveniente da allevamenti di bestiame wagyu incrociato con vacche da latte britanniche su oltre 700 fattorie nel Regno Unito, ma più che un hamburger gourmet sembra una composizione di cipolla: nel pan brioche infatti, oltre all’onnipresente rucola, maionese di cipolle caramellate, cipolle sottaceto, cipolle dolci caramellate e cipolle croccanti. Ramsay ovviamente lo elogia, definendolo “dannatamente ottimo” e “rivoluzionario”, me Burger King, fedele al tono della campagna, sottolinea che lo chef non ha personalmente sviluppato la ricetta.
Il rapporto di Gordon Ramsay con gli hamburger di Wagyu ha visto alti e bassi: nel 2018 ha espresso scetticismo riguardo l’utilizzo indiscriminato della preziosa carne di origine nipponica , affermando che è un prodotto speciale che “ha bisogno di essere trattato con un po’ di rispetto”, ma l’apertura del “Gordon Ramsay Burger” all’interno dei mitici grandi magazzini Harrods sembra avergli fatto cambiare idea.
Qui infatti viene servito il “1849 Burger”, una specialità che prevede wagyu giapponese Kobe A5, pecorino, ragù di funghi, aioli al tartufo e porcini, aceto balsamico invecchiato 12 anni e crescione il tutto servito con patatine al tartufo. La differenza, oltre a una selezione degli ingredienti decisamente più raffinata, sta ovviamente nel prezzo: quello di BK esce a 11 sterline, mentre quello servito da Harrods a 85 sterline, quasi otto volte tanto.
Ma Ramsay ormai è conquistato, sia dal prodotto che dal progetto, in grado di far apprezzare questa carne a sempre più persone: “fidatevi di me, il Wagyu ha un sapore dannatamente ottimo e chiunque lo proverà sarà in grado di assaporare la qualità gourmet della carne… che è così importante per ogni ottimo hamburger. È incredibile vedere come Burger King UK abbia reso il wagyu così accessibile al pubblico, e adoro assolutamente come il prodotto celebri il meglio dell’allevamento di bovini britannici”.
In un altro commento, ha aggiunto: “Ero sbalordito. Questo è rivoluzionario. Ci sono voluti quasi dieci anni per realizzarlo. Quando lo assaggerete, ci sarà quel momento in cui penserete semplicemente: ‘F—ing delicious’”.
Christian Binney, direttore dello sviluppo alimentare di Burger King UK, ha sottolineato l’impegno profuso: “Il Wagyu è il nostro hamburger più premium fino ad oggi e una vera innovazione che offre un sapore gourmet ai nostri ospiti a livello nazionale. Dai contadini dedicati all’allevamento delle mandrie di Wagyu, ai nostri team di ristorazione che perfezionano il sapore alla griglia, è stato realizzato con competenza in ogni fase. E quando Gordon Ramsay stesso dice che avrebbe voluto fare lui il tuo hamburger, sai di essere sulla buona strada – averlo coinvolto è davvero entusiasmante per noi”.