Cani e gatti positivi all’influenza aviaria: la scoperta a Brescia

A Brescia confermati casi di cani e gatti positivi al virus H5N1 dell'influenza aviaria, lo stesso ceppo responsabile del focolaio nei gabbiani. Ma niente allarmismo: erano cani e gatti di un allevamento avicolo, dunque a stretto contatto con i volatili

Cani e gatti positivi all’influenza aviaria: la scoperta a Brescia

Confermato anche dall’Anmvi, l’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani, ecco che a Brescia è stata accertata la sieroconversione in cinque cani e un gatto di un allevamento avicolo per quanto riguarda il virus H5N1 dell’influenza aviaria. Proprio tale allevamento è attualmente sede di un focolaio di influenza aviaria. Inoltre il virus è lo stesso di casi rilevati nei gabbiani.

Tuttavia non bisogna fare facili allarmismi. Anche se nei volatili è stato rilevato un marker di adattamento ai mammiferi, in questo caso i cani e gatti in cui è stata accertata la sieroconversione (cioè la presenza di anticorpi rilevabili) erano semplicemente stati a stretto contatto con un alto numero di volatili in un allevamento avicolo rurale dove c’era un focolaio di influenza aviaria.

Insomma, per intenderci: un po’ come capitato col Coronavirus e i pochi casi di cani e gatti in cui il virus era stato rilevato. Erano soggetti che erano stati a stretto contatto con esseri umani altamente infetti. Ma come detto anche dagli esperti del Ministero della Salute, questi casi non modificano assolutamente la valutazione del rischio in quanto si tratta di casi sporadici e isolati che avvengono solo in determinate condizioni.

Influenza aviaria: cosa si farà per il focolaio di Brescia?

gabbiani

Ovviamente il Ministero della Salute continua a monitorare la situazione. Come da protocollo, la Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari ha già provveduto a informare gli assessorati regionali dell’attestata sieroconversione i cani e gatti che vivevano in questo allevamento avicolo bresciano già tenuto sotto controllo a causa di un focolaio di aviaria ad alta patogenicità riscontrati nei volatili qui allevati.

Il Centro di referenza dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha provveduto a effettuare le analisi genetiche del virus riscontrato nei volatili morti nel suddetto focolaio, trovando tracce del virus H5N1 appartenente al clade 2.3.4.4b, lo stesso virus che era stato riscontrato in precedenza in alcuni gabbiani del Nord Italia. Nonostante i maggiori controlli, tuttavia, il gruppo di esperti del Piano PanFlu non ha ritenuto opportuno modificare la valutazione del rischio.

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Quindi, praticamente, quello che viene consigliato al momento è sempre lo stesso:

  • vaccinazione antinfluenzale stagionale per il personale che, a causa di motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero essere fonte di infezione
  • monitoraggio dello stato di salute delle persone esposte
  • evitare di toccare e venire a contatto con eventuali animali domestici o selvatici o con segni di malattia che si potrebbero trovare in giro
  • attuazione dei piani di sorveglianza negli uccelli selvatici
  • visti i recenti casi di virus H5N1 nelle volpi e della sieroconversione in alcuni cani e gatti a Brescia, intensificazione della sorveglianza passiva nei mammiferi selvatici (con particolare riferimento ai soggetti trovati morti)
  • evitare il contatto fra animali esterni e animali d’allevamento