La pasta con gli anelli olimpici firmata da Carlo Cracco per le Olimpiadi di Cortina ci lascia confusi e felici

Carlo Cracco lancia la pasta a forma di anelli olimpici per Milano Cortina 2026 e la condisce alla crudaiola.

La pasta con gli anelli olimpici firmata da Carlo Cracco per le Olimpiadi di Cortina ci lascia confusi e felici

A fine ottobre Carlo Cracco è apparso nella serie televisiva online “Drop-in with” mentre cucina una pasta a forma di anelli olimpici; una creazione esclusiva del Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Non cominciate a farvi fumare dalle orecchie, la pasta non è ancora in vendita nei supermercati, e forse non lo sarà mai. Per il momento la si vede solo in video; packaging: una scatola blu di cartone, un po’ eco-friendly un po’ vintage-cool, con la grafica di uno sciatore supereroe e un beccuccio dosatore estraibile, sempre in cartone. Talmente diversa e talmente perfetta che sembrerebbe uno di quegli scherzi fatti con l’intelligenza artificiale. Invece: “It’s amazing!”, dice Carlo Cracco tirando il beccuccio con evidente eccitazione.

La pasta che ne esce ha appunto il formato dei 5 anelli olimpici; per visualizzarla pensate a dei paccheri, tagliati a metà longitudinalmente, in modo che siano meno spessi, incollati tra loro a formare il celebre simbolo dei giochi intercontinentali. L’effetto, a prima vista, è che dei paccheri siano stati cotti male e si siano incollati.

Non vogliamo passare per reazionari, ma di solito i formati di pasta vengono sviluppati per rispondere ad una funzione precisa, non per una vocazione estetica. Per esempio le penne rigate sono nate quando è stato possibile inventare una macchina che tagliasse un tubo di pasta senza schiacciarlo o deformarlo; il taglio verticale garantisce una migliore amalgama con i sughi e più presa con la forchetta. Gli anelli olimpici di Cracco invece mi instillano una domanda: come farò a prenderli con la forchetta? Credo sia meglio usare un cucchiaio, o avvalersi direttamente di una spatola.

Una nuova forma di pasta che non tiene la cottura?

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Prendi lo stereotipo degli stereotipi (gli italiani e la pasta) e accostalo a un’icona mondiale, ti viene fuori una di quelle “esperienze emozionali” che non hanno competitors.

Evidentemente questo formato di pasta,  apparso nell’episodio pilota di una serie televisiva in onda su olympics.com, il sito ufficiale dei giochi olimpici, è un’operazione pubblicitaria per avvicinare il pubblico alle imminenti Olimpiadi. In programma ci sono una serie di episodi, non ancora rilasciati, in cui altri chef famosi cucinano assieme agli atleti.

Nel primo episodio dunque Cracco è al suo ristorante in galleria Vittorio Emanuele, e lo affianca Valentina Marchei, ex pattinatrice artistica su ghiaccio, 5 volte campionessa italiana, e ora responsabile del Programma Ambassador nel comitato di organizzazione di Milano Cortina 2026. Lei, visibilmente più spigliata con l’inglese di Cracco, conduce i giochi per tutta la puntata. Lui invece cucina. Ma quale ricetta ha pensato chef Cracco per la pasta che simboleggia i giochi invernali? Una bella crudaiola, con olive, capperi, scorza di limone, origano e colatura di alici: la ricetta perfetta per le baite sulla neve che ospiteranno gli sciatori dopo le fatiche dello sport, accanto alla polenta concia con la luganega.

Siamo più che sicuri che Carlo Cracco lo abbia fatto per unire l’Italia, rivolgendosi ai sapori del Mediterraneo necessariamente un po’ ai margini di queste Olimpiadi alpine, vagamente secessioniste, in cui Milano e Venezia [ops… Cortina] staccano di diverse lunghezze il resto dello Stivale. Oppure dovremmo arrenderci all’idea, che, anche se nelle regioni trainanti si mangia la polenta, i potenziali acquirenti di questa pasta sono quelli che vedono l’Italia e pensano ai limoni di Amalfi, alle olive di Cerignola e – ovviamente – al mandolino.