Carne (finta): Impossible food premiato dall’Onu nella categoria “Planetary Health”

Impossible Food, con la sua "carne non carne", ha sensibilizzato il pubblico nei confronti dell'impatto della produzione di cibo sull'ambiente, e per questo si è guadagnata un riconoscimento dall'Onu.

Carne (finta): Impossible food premiato dall’Onu nella categoria “Planetary Health”

Il mondo della finta carne impazza, e perfino l’Onu se ne accorge, al punto da premiare Impossible Food per il suo impegno verso la salute del pianeta. L’azienda californiana, una delle due principali produttrici di “carne non carne”, ha infatti ricevuto uno speciale riconoscimento da parte delle Nazioni Unite nella categoria “Planetary Health”.

La ragione è presto detta: l’alternativa ad alimenti di origine animale ha avuto, grazie al boom sul mercato, una forte eco in termini di informazione dei consumatori sull’impatto che la produzione di cibo ha sulle sorti del Pianeta e dell’ambiente. D’altronde, tutti conosciamo il ruolo che gli allevamenti intensivi hanno sul surriscaldamento globale, e Impossible Food non ha mancato, nel tempo, di sottolineare quanto fosse buona (anche in termini di tutela dell’ambiente) la sua finta carne. Nel solo 2018 – afferma l’azienda –  le vendite dell’Impossible Burger hanno risparmiato l’equivalente di 81.000 tonnellate di emissioni di gas serra e 900 milioni di litri d’acqua, visto che la produzione di un hamburger vegetale richiede il 96% di terra in meno, l’87% di acqua dolce in meno, e genera l’89% in meno di emissioni di gas serra rispetto a un collega di carne vera.

Una sensibilizzazione, quella dell’azienda nei confronti del pubblico, non scevra da interessi personali, ma che di sicuro ha avuto un effetto nella coscienza dei consumatori, al punto da meritarsi una lode da parte addirittura delle Nazioni Unite.

[Fonte: VeganOK]