Carne, l’Ue punta a bloccare l’import di prodotti ottenuti da animali trattati con antibiotici

L'Unione europea ha in programma di bloccare l'import di carne e salumi provenienti da animali trattati con antibiotici.

Carne, l’Ue punta a bloccare l’import di prodotti ottenuti da animali trattati con antibiotici

È poco più di una semplice bozza, ma l’idea che sta a fondo è chiarissima: tutelare il consumatore finale (e le tasche degli allevatori stessi) bloccando le importazioni di carne e salumi ottenuti da animali trattati con antibiotici. Ci stiamo riferendo all’ultima mossa (abbozzata, come già accennato) dell’Unione europea, con una precisazione decisamente necessaria: l’intenzione delle autorità europee, infatti, non è quella di opporsi a ogni forma di utilizzo di medicinali nel contesto degli allevamenti, ma in particolare alla somministrazione che avviene quando gli animali non sono malati e che serve principalmente a stimolare la loro crescita.

Antibiotici per la crescita e trasporto degli animali

allevamento

Oltre agli evidenti benefici etici e legati al benessere degli animali stessi, la misura in questione è da intendersi come parte di uno sforzo più grande per limitare tutti i fattori che riducono la resistenza agli antibiotici negli umani. Cosa intendiamo? Semplice: poiché tali medicinali vengono somministrati, come anticipato, anche quando non sono realmente necessari; i batteri sono in grado di sviluppare gradualmente una resistenza rendendoli meno efficaci.

La catena va a chiudersi pericolosamente nel momento in cui le carni di tali animali vengono poi consumati dagli esseri umani: esistono diversi pareri scientifici che sottolineano la connessione tra l’abuso di antibiotici negli allevamenti e la resistenza agli stessi nell’uomo. Un fenomeno, questo, a cui in quel di Bruxelles si prova già da qualche tempo a rimediare: basti pensare alla lista degli antibiotici vietati introdotta quest’estate.

Un secondo fronte di battaglia, rimanendo in questo contesto, lo troviamo nell’ambito del trasporto degli animali: l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha infatti proposto di introdurre una serie di accorgimenti da adottare durante questi trasporti al fine di migliorare la salute e il benessere degli animali. Anche in questa particolare casistica la cosiddetta pietra dello scandalo è la presenza di batteri resistenti nei capi, che naturalmente rappresentano un concreto fattore di rischio per gli umani che in un secondo momento consumeranno le carni.

Comprenderete che misure come queste, per quanto virtuose, rischiano tuttavia di compromettere gli affari degli allevatori del Vecchio Continente favorendo invece quelli dei Paesi Terzi, che non si trovano a dovere sottostare a novità così stringenti – motivo per cui le autorità europee starebbero per l’appunto pensando di introdurre una sorta di protezione comunitaria. L’esecutivo dell’Ue finalizzerà poi la proposta, sottoponendola all’esame del Consiglio e dell’Europarlamento. Il periodo di verifica dovrebbe durare circa due mesi.

Vi segnaliamo, rimanendo in un contesto relativamente simile, che l’Unione Europea ha per di più recentemente deciso di vietare l’importazione di prodotti legati alla deforestazione come cacao, olio di palma, soia e cioccolato.