Castagna umbra verso l’IGP: le autorità regionali sollecitano la richiesta

Le autorità regionali scalpitano, e la Castagna umbra comincia finalmente ad avvicinarsi al marchio IGP.

Castagna umbra verso l’IGP: le autorità regionali sollecitano la richiesta

La Castagna umbra scalpita per essere riconosciuta come prodotto di qualità e identità territoriale – o, in altre parole, con il marchio IGP. Stando a quanto trapelato dalle audizioni in seconda Commissione consiliare da parte parte di sindaci ed amministratori locali dell’Alta Valle del Tevere, dai massimi rappresentanti delle maggiori Associazioni agricole e dagli stessi componenti della Commissione, il prodotto in quesitone è stato ampiamente riconosciuto come “sinonimo di identità culturale ed economica del territorio regionale”, nonché figlio di un’attività storica legata a livello intimo con il territorio e con chi lo vive.

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Le autorità regionali hanno dunque deciso all’unanimità di sollecitare il percorso di riconoscimento: il primo passo, in questo senso, sarà quello di “mettere insieme tutti i produttori per raggiungere una massa critica capace di sostenere i costi che gli stessi consorzi saranno chiamati a sostenere per la valorizzazione del prodotto e la sua promozione”. A oggi, facendo di nuovo riferimento a quanto emerso in Commissione, l’Umbra vanta circa 450 ettari dedicata alla promozione della castagna spartiti tra 168 produttori, di cui 46 a Spoleto, 40 a Città di Castello e 25 a Monte Santa Maria Tiberina.

Rimane fondamentale, in ogni caso, coinvolgere tutti i territori interessati: “Di grande importanza e rilevanza i contributi arrivati dagli amministratori locali e dalle associazioni agricole” ha commentato il presidente della Commissione, Valerio Mancini. “Valorizzare il prodotto attraverso il marchio IGP vuol dire anche tutelare il territorio e le imprese agricole. Come Commissione ci faremo promotori con le tre associazioni agricole per la predisposizione e costituzione di un fascicolo contenente le varie relazioni richieste per il riconoscimento del marchio: storica, socio-economica e tecnica e quindi per il disciplinare di produzione. A fine mese prevediamo un nuovo incontro per fare il punto su questa importantissima tematica”. Ricordiamo, rimanendo in questo contesto, che anche il Giandujotto di Torino si sta muovendo verso il marchio IGP.