Cenone di Natale: un’agenzia calcola quanto impattano i cibi sul clima (e suggerisce di evitare l’ananas)

Quanto impattano i piatti che tradizionalmente portiamo a tavola durante le feste? Abbastanza, soprattutto se sono esotici: lo calcola un'agenzia di consulenza sulla sostenibilità.

Cenone di Natale: un’agenzia calcola quanto impattano i cibi sul clima (e suggerisce di evitare l’ananas)

Eh sì, magari quest’anno potreste evitare di portare l’ananas a tavola insieme al panettone: la frutta tropicale – è bene che lo sappiate – non solo è una tradizione terribilmente fuori moda, ma è anche parecchio impattante sul clima. A calcolarlo è lo Studio Fieschi, un’agenzia di consulenza sulla sostenibilità, che alla vigilia del Natale 2022 si è messa a fare i calcoli sull‘impatto ambientale dei cibi che serviamo tradizionalmente durante le feste.

A proposito di carne

Il tema carne è complesso e controverso: dovrebbe essere ormai risaputo che tutti quanti dovremmo fare scelte diverse, mangiandone meno e di maggiore qualità. Non solo per una questione di salute, ma anche per ridurre l’impatto ambientale: sono infatti gli allevamenti intensivi quelli che causano maggiori problemi di inquinamento, mentre il discorso cambia quando si parla di piccole realtà in armonia con la natura. Anyway, è ovvio che la carne che portiamo a tavola ha comunque il suo impatto sul clima. Secondo lo studio «Environmental Footprint of Food production» (Ritchie H. et al. 2020), la carne bovina inquina quasi dieci volte di più rispetto al pollame. Ma il pollame, c’è anche da dire, non gode di grandissima salute ultimamente, e rappresenta probabilmente una delle forme di allevamento spesso più problematiche in termini di benessere animale.

La sostenibilità dei vini

vino-bottiglia

Naturali, biologici o chissenfrega? Qualunque sia la vostra scuola di pensiero, sappiate che il vino che scegliete ha un impatto sul clima. Al là dei metodi di produzione, secondo alcune EPD (Environment Product Declaration) pubbliche è la produzione e il trasporto delle bottiglie ad avere impatti considerevoli. Un ulteriore consiglio pratico: il raffreddamento delle bottiglie in frigorifero si traduce a sua volta in emissioni di CO2. E quindi? Beviamo Champagne caldo? No, basta mettere le bottiglie a raffreddare sul balcone: zero gradi, zero emissioni.

I dolci e la frutta

frutta esotica cenone

Cioccolato sì, ma fondente. Non lo dicono soltanto i nostri gusti (che sì, vanno esattamente in quella direzione), ma gli studi sull’impatto climatico del cioccolato che mangiamo. Dalle analisi condotte, risulta infatti che le emissioni dei gas climalteranti calcolate per 1 kg di cioccolata fondente sono di circa la metà rispetto a quello della cioccolata al latte e bianca. Una differenza dovuta in larga parte all’assenza nella produzione del fondente della polvere di latte.

Infine l’ananas, che non capiamo perché davvero stia ancora sulle tavole natalizie. Tra l’altro, essendo per lo più trasportata in aereo, inquina pure. Una forma di consegna che è molto più impattante rispetto ad altri mezzi di trasporto, come quella via nave: un chilo di prodotto che viaggia per mille chilometri via nave produce infatti 10 grammi di CO2e, mentre via aerea 1.130 grammi.
Secondo Our World in Data, le emissioni per la produzione di un chilogrammo di ananas ammontano a 930 grammi di CO2e. Ipotizzando, ad esempio, di portarne uno da 2kg dal Centro America al porto di Genova (10.000 km, molto indicativamente), per il trasporto navale si ottiene un’emissione di 200 grammi di CO2 equivalente, che porta gli impatti a 1.130 grammi di CO2e.
In caso di trasporto aereo, si ottiene un’emissione per il trasporto di 22.600 grammi di CO2e, che porta gli impatti totali a 23.500 grammi di CO2e, cioè più degli impatti della sola produzione di un chilogrammo di carne suina.