Cervinia, lo scioglimento dei ghiacci sposta il confine: un rifugio italiano si ritrova in Svizzera

Il rifugio Guide del Cervino, situato nell'area tra Cervinia e Zermatt, si è ritrovato in Svizzera a causa dello scioglimento dei ghiacci.

Cervinia, lo scioglimento dei ghiacci sposta il confine: un rifugio italiano si ritrova in Svizzera

Un confine fisico continua a essere valido se la terra stessa comincia a spostarsi? Il rifugio Guide del Cervino venne costruito su di uno sperone roccioso nell’ormai lontano 1984, nella celebrata area alpina tra Cervinia e Zermatt. Fino a prova contraria, i suoi quaranta posti letto si trovavano interamente nel territorio italiano, nel comune di Valtournenche – fast forward di qualche anno, però, ed ecco che almeno due terzi della struttura si trovano tecnicamente nelle regioni meridionali della Svizzera, cortesia dello scioglimento dei ghiacci.

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Il confine tra la Valle d’Aosta e Vallese passa infatti attraverso uno spartiacque, che tuttavia il ritiro del ghiacciaio del Teodulo (che ha perso circa un quarto della sua massa in appena 40 anni – e considerando le temperature in costante aumento pare destinato a dimagrire ancora) ha “spostato” verso il rifugio in questione. Il tutto è recentemente venuto alla luce perché l’area si trova di fatto a uno dei più importanti comprensori sciistici del mondo, che di fatto mira ad ampliarsi con la realizzazione di una stazione della funivia ad appena una manciata di metri di distanza – un progetto che, come potrete immaginare, necessita di accordarsi sulla sovranità effettiva della zona. Un primo trattato venne redatto nel novembre 2021 a Firenze, ma di fatto il suo contenuto effettivo verrà reso noto solamente quando sarà approvato dal governo elvetico, non prima del 2023.

Alain Wicht, ufficiale di frontiera svizzero, ha spiegato che in passato furono necessari già altri adeguamenti del confine, normalmente risolti dai geometri dei due Paesi confinanti. In questo caso particolare, tuttavia, essendo coinvolto un edificio che conferisce valore economico ulteriore al terreno, la faccenda si complica notevolmente – anche se di fatto al custode del rifugio, Lucio Trucco, è stato garantito che la struttura rimarrà sul suolo italiano. “Il rifugio resta italiano perché siamo sempre stati italiani” ha commentato il signor Trucco. “Il menu è italiano, il vino è italiano e le tasse sono italiane”.