L’annuncio è pubblicato sulla vetrina dei social, secondo l’adagio per cui da quelle parti tanto vale più o meno tutto. Scrive Paolo Cappuccio: “Seleziono chef con brigata per hotel 4 stelle in Trentino, da dicembre a fine marzo”. Le informazioni da poco, tipo turni-stipendio-contratto, sono rilegate a un laconico “per info in privato”.
Molto meglio dedicare le righe che seguono alla lista dei requisiti: guai a voi inviare il curriculum se siete “comunisti o fancazzisti, Master Chef del cazzo e affini, persone con problematiche di alcol, droghe e di orientamento sessuale”. Aggiungiamo noi: necessario conoscere a menadito la ricetta per la pasta aglio e olio di ricino.
Ritirata strategica e le tracce di 5 anni fa
Insomma, Cappuccio cerca – e citiamo ancora – “qualche soggetto più o meno normale”. Vorremmo aiutarlo, davvero, ma l’impressione è che lo stesso nostro protagonista voglia fare il prezioso: post cancellato dopo appena una manciata di ore (giorni?) dalla sua pubblicazione. Per fortuna che sulla vetrina dei social qualche traccia rimane sempre.
Per fortuna, sì; che l’intenzione è per l’appunto quella di dare una mano. Non alzata a quarantacinque gradi, magari, ma comunque una mano. E pare che Cappuccio, di aiuto per trovare il personale giusto, ne abbia davvero bisogno: ha cancellato il post di cui sopra, sì, ma se ne è dimenticato uno pressoché identico pubblicato a giugno 2020. Ah, il lupo…
All’epoca la selezione era un poco più rilassata, o almeno pare. Scriveva il nostro: “Cortesemente astenersi: vagabondi senza fissa dimora, gente con problemi, striscia ciabatte dei vari centri sociali, alcolizzati, drogati e affini”. Nessun cenno all’orientamento sessuale, a sto giro.
In altre parole Cappuccio cerca di far perdere le proprie tracce ma si dimentica la coda. Ma dai! E come lo troviamo personale facendo così? Si rischia – aiut! – di attirare i tanto temuti fancazzisti, a giocare a nascondino. Gettiamo la spugna: qui non si vuole proprio essere aiutati! E dire che ‘sta ricerca va avanti da cinque anni, ormai. Chissà che magari l‘Ispettorato Nazionale del Lavoro possa invece dargli una mano…