Chiocciole: la siccità ha ridotto la produzione, con mortalità anche del 70-80%

La siccità e il clima secco di questa estate hanno ridotto drasticamente la produzione di chiocciole, arrivando anche a tassi di mortalità del 70-80%.

Chiocciole: la siccità ha ridotto la produzione, con mortalità anche del 70-80%

La siccità anomala di quest’anno non ha causato danni solo a piante, colture e fiori, ma anche agli animali. È il caso, per esempio, delle chiocciole. La siccità e il clima arido, infatti, hanno seriamente danneggiato la produzione delle lumache nostrane, l’Helix pomatia. Di solito le chiocciole ama un clima umido e fresco, ma quest’anno l’estate è stata secca e arida, motivo per cui si è arrivato ad avere tassi di mortalità delle lumache anche del 70-80%.

La siccità ha danneggiato la produzione di chiocciole

lumaca

Gli allevatori del Consorzio della chiocciola di Borgo e valli, vedendo come stava andando la stagione, avevano provato a ricreare nei recinti degli allevamenti degli habitat capaci di garantire la sopravvivenza di questi molluschi. Solo che la carenza di acqua per l’irrigazione, ha fatto sì che mancasse anche l’acqua necessaria per l’allevamento delle lumache, conducendo così ad alti tassi di mortalità.

E non mancano solo le lumache italiane, anche quelle estere latitano, sempre per gli stessi motivi. Per questo motivi i ristoratori hanno segnalato evidenti problemi di approvvigionamento proprio quando la richiesta di lumache nei ristoranti, dopo i due anni di pandemia, stava tornando a livelli normali.

Ovviamente la carenza di lumache ha fatto sì che i prezzi aumentassero del 20-30%, sia per quelle nostrane che per quelle di importazione. Si è dunque arrivati a 35-40 euro al kg per le chiocciole di qualità certificate con il marchio di garanzia.

Anche durante la 453esima Fiera Fredda del 5 dicembre scorso, c’erano pochissime partite, anche se quelle poche che c’erano erano di ottima qualità (sia per quanto riguarda la ciocchioal di montagna che quella del cuneese). Questo anche grazie al fatto che da quest’anno gli allevatori di chiocciole sono stati obbligati a registrare la propria attività di allevamento presso il Servizio Veterinario dell’ASL di competenza, con tanto di codice allevamento che è stato inserito in una banca dati nazionale. In questo modo è possibile una tracciabilità più precisa del prodotto a tutela del consumatore.

Questo sistema di tracciabilità che ha permesso di immettere nel canale di vendita chiocciole autoctone certificate pare che sia piaciuto anche agli acquirenti: i clienti, infatti, sono stati disposti a pagare un prezzo più elevato pur di ottenere un prodotto garantito e certificato sia per quanto riguarda la qualità che per quanto riguarda il luogo di produzione.

Tuttavia gli elicicoltori mettono in guardia: a causa dei cambiamenti climatici, il rischio di estinzione dell’Helix pomatia è assai alto. Per questo motivo, grazie anche all’interessamento dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta è stato creato un Centro di Referenza Regionale per l’elicicoltura. L’idea è quella di creare dei progetti di ricerca per capire perché la lumaca autoctona si stia estinguendo.