Cibo a domicilio: i rider tra i lavori essenziali durante la pandemia secondo il Sunday Times

Il Sunday Times pubblica una discussa classifica dei lavori ritenuti essenziali (e di quelli che non lo sono) durante la pandemia: al quinto posto ci sono i fattorini, anche quelli addetti alle consegne di cibo a domicilio.

Cibo a domicilio: i rider tra i lavori essenziali durante la pandemia secondo il Sunday Times

Nella lista dei lavoratori essenziali durante la pandemia stilata dal Sunday Times ci finiscono anche i rider che consegnano il cibo a domicilio. Il celebre quotidiano del Regno Unito ha infatti redatto una classifica di tutti i mestieri considerati maggiormente importanti durante il periodo più difficile dell’emergenza Coronavirus.

Per decidere quali fossero, ha realizzato un sondaggio tra circa mille persone, coadivutato da da Milieu Insight, una società di ricerca sui consumatori con sede a Singapore, che sostiene di aver utilizzato un “campionamento rappresentativo a livello nazionale per età, genere e fasce di reddito”.

Al primo posto dei lavori essenziali, come è naturale, ci sono finiti gli operatori sanitari, dottori e infermieri. Poi ci sono gli addetti alle pulizie, seguiti dai netturbini. Al quarto posto – in una posizione un po’ strana, per la verità – ci sono i venditori ambulanti. Chiudono la cinquina dei lavoratori essenziali i fattorini, anche quelli addetti alle consegne del cibo a domicilio.

Una classifica che tutto sommato non presenta grandi motivi di discussione (anche noi abbiamo elogiato il ruolo dei fattorini, che durante il lockdown ci hanno consegnato pacchi di affetto), ma che non ha mancato di suscitare scalpore, in particolare per il lato negativo del sondaggio.

È stato infatti chiesto agli intervistati anche quali fossero i lavori ritenuti non essenziali, e al primo posto si sono ritrovati, impietosamente, gli artisti. Che di certo non hanno lavorato granché in questo periodo, ma che sicuramente hanno reso meno difficili i giorni di permanenza forzata in casa. Ve lo immaginate, voi, un lockdown senza musica, libri, film e telefilm?

[Fonte: Sunday Times]