Cibo industriale e rischio demenza, la correlazione secondo uno studio cinese

A rendere questi prodotti ultra-lavorati fattore di rischio per la demenza è la grande quantità di zuccheri aggiunti, grassi e sale e l'esigua quantità di proteine e fibre.

Cibo industriale e rischio demenza, la correlazione secondo uno studio cinese

Mangiare cibi industriali aumenterebbe il rischio di sviluppare demenza rispetto a chi ne consuma in quantità inferiori. A rivelarlo uno studio cinese pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista scientifica americana Neurology.

A rendere questi prodotti ultra-lavorati fattore di rischio per la demenza è la grande quantità di zuccheri aggiunti, grassi e sale e l’esigua quantità di proteine e fibre. Tra questi ci sono le bibite gasate, snack salati e dolci, il ketchup, salsicce, pollo fritto, ma anche i meno “isospettabili” fagioli o pomodori in scatola, pane confezionato e hamburger vegani.

supermercato bibite

“Gli alimenti ultra trasformati sono pensati per essere convenienti e gustosi, ma riducono la qualità della dieta di una persona”, ha affermato l’autore dello studio, il dottor Huiping Li della Tianjin Medical University in Cina. “Questi cibi possono anche contenere additivi alimentari o molecole provenienti da imballaggi o prodotti durante il riscaldamento, che hanno tutti dimostrato in altri studi di avere effetti negativi sulle capacità di pensiero e memoria”.

Lo studio, finanziato dalla National Natural Science Foundation of China, è stato condotto su un campione di 72 mila persone di età pari o superiore ai 55 anni che non presentavano demenza all’inizio della ricerca, durata 10 anni. Al termine la demenza è stata diagnosticata a 518 persone, di queste 287 hanno sviluppato la malattia di Alzheimer e 119 la demenza vascolare.

Il campione è stato suddiviso poi in 4 gruppi, e di questi quello dove le persone avevano un maggior consumo di cibo industriale (28%, pari a 814 grammi al giorno) è risultato avere più persone con problemi di demenza (150).