Come un piccolo paese resiste all’allevamento che porterebbe 10 volte più galline che abitanti

A Travacò Siccomario popolazione e istituzioni si oppongono a un maxi allevamento, e non è il solo caso.

Come un piccolo paese resiste all’allevamento che porterebbe 10 volte più galline che abitanti

Travacò Siccomario, comune pavese di nemmeno 4mila 500 anime immerso nel Parco del Ticino, si è fatto simbolo delle cause di sostenibilità e tutela del territorio. La comunità locale infatti, insieme a istituzioni e associazioni, ha respinto con forza il progetto di un allevamento intensivo per circa 39.000 galline ovaiole, proposto da un’azienda milanese: l’insediamento, previsto in un’area agricola, avrebbe utilizzato voliere industriali ad alta densità e sarebbe sorto vicino a un rifugio per cani.

La protesta contro l’allevamento

galline

La mobilitazione cittadina è stata rapida e compatta: un corteo di 300 persone ha sfilato per le vie del paese mentre una petizione raccoglieva oltre 1.300 firme, e la protesta è culminata durante un’assemblea pubblica, dove 851 cittadini hanno votato all’unanimità una delibera di iniziativa popolare per vietare futuri allevamenti intensivi sul territorio.

Il voto è stato il segnale di una comunità che, come ha spiegato Annalisa Barbieri del Comitato No Allevamento, “difende la propria terra, la salute, la dignità degli animali”. Le preoccupazioni erano molteplici: dal benessere animale, compromesso da spazi ristretti e innaturali, all’impatto ambientale su un’area di pregio naturalistico come il Parco del Ticino.

Il riso vercellese contro l’allevamento intensivo: chi vincerà? Il riso vercellese contro l’allevamento intensivo: chi vincerà?

Come ha sottolineato un altro cittadino, Matteo Piovani, “Ci sono moltissime ragioni per contestare l’allevamento: motivi etici, di ordine pubblico, ambientali, il benessere degli animali e anche il valore delle proprietà. Travacò è una città slow e avere un capannone con 39mila polli in un contesto in cui non ci sono industrie, è un controsenso”.

Al fronte popolare si è aggiunto quello istituzionale, con la soprintendenza che ha espresso parere negativo sulla compatibilità paesaggistica, spingendo il Parco del Ticino, ente con l’ultima parola sull’autorizzazione, a notificare un preavviso di diniego: una grave battuta d’arresto per il progetto, che lascia intendere la sua definitiva cancellazione.

Il sindaco Oscar Ragni ha confermato la notizia: «il direttore del Parco del Ticino, Claudio De Paola, ha comunicato che in relazione alla proposta di insediamento di allevamento avicolo, ritenuta in contrasto con l’indirizzo normativo di salvaguardia del paesaggio e della nostra identità, è stato notificato, dalla Soprintendenza, il parere negativo di compatibilità paesaggistica. La nota, trasmessa al Parco e alla ditta proponente, vale come preavviso di provvedimento negativo».

Vittoria per Greenpeace: bloccati nuovi allevamenti intensivi di polli in Friuli Venezia Giulia Vittoria per Greenpeace: bloccati nuovi allevamenti intensivi di polli in Friuli Venezia Giulia

Una vicenda analoga si sta svolgendo proprio in queste ora a Poirino, dove la creazione di un maxi allevamento da oltre diecimila maiali è ormai definitivamente scongiurata: l’imprenditore che l’aveva proposta, il cuneese Angelo Marchisone l’ha infatti ritirata, dopo mesi di polemiche e l’opposizione dell’amministrazione locale.

Il segnale ormai è chiaro: le piccole comunità non vogliono allevamenti intensivi nelle vicinanze e la loro protesta è sostenuta dalla istituzioni. Chi vorrà investire in questo settore dovrà ridimensionare le proprie ambizioni o trovare siti alternativi.