Como, cuoco finisce dal medico per i turni di lavoro massacranti: licenziato via WhatsApp

Un cuoco di un ristorante di Como è stato licenziato con un messaggio da WhatsApp dopo essersi rivolto a un medico per alcuni problemi di salute.

Como, cuoco finisce dal medico per i turni di lavoro massacranti: licenziato via WhatsApp

Turni che sovente arrivavano a sfiorare le quindici ore giornaliere, dalle nove del mattino a mezzanotte, passate rigorosamente in piedi e ai fornelli – ma sia ben chiaro: il cuoco protagonista della nostra storia non aveva mai pensato di lamentarsi. Dopotutto, come lui stesso spiega, conosceva bene il settore e i sacrifici sovente implicati nello svolgere il suo mestiere. L’entusiasmo e la voglia di fare bene, però, aiutano a reggersi in piedi solo finché il fisico effettivamente lo permette: ci stiamo riferendo a quanto capitato a un anonimo cuoco, che ha deciso di raccontare la sua burrascosa esperienza in un ristorante in pieno centro storico a Como dopo essere licenziato con un semplice messaggio via WhatsApp.

ristorante

Il nostro protagonista, come accennato, ha preferito mantenere l’anonimato in quanto la sua dichiarazione sarà, nei prossimi giorni, soggetta alle dovute verifiche legali e sindacali. “Nel mio caso era una mia scelta quella di lavorare così tanto” spiega immediatamente in un’intervista concessa ai colleghi di Qui Como, sottolineando come, però, le sue richieste di essere pagato per gli straordinari venissero continuamente evase. “Le avevo chiesto quando avrei avuto il corrispettivo per gli straordinari” racconta, riferendosi alla titolare del locale. “Il giorno dopo non c’erano più le telecamere e anche la macchinetta per obliterare i cartellini era sparita”. L’entusiasmo per il progetto, tuttavia, spinge il nostro protagonista ad andare avanti: le discussioni sui mancati pagamenti risalgono a settembre, mentre l’assunzione era avvenuta appena un paio di mesi prima, a inizio luglio.

La mole di lavoro, tuttavia, comincia a manifestare i suoi effetti. “Avevo problemi alla caviglia, forse perché passavo troppe ore in piedi, fatto sta che mi ritrovo delle ulcere sottopelle da curare” continua a raccontare. “Faticavo a stare in piedi. Il 26 ottobre scorso, dopo il turno del mattino, intorno alle 14.30 chiedo di poter uscire per andare dal medico. Avviso la titolare che sapeva già da giorni che non stavo bene e anche via messaggio mi aveva invitato a riposare di più: “Ti faccio mettere una brandina in cucina”, mi aveva detto”. Il medico, naturalmente, obbliga il nostro protagonista a prendere dei giorni di riposo, con tanto di carte da presentare alla titolare. “Avviso di non riuscire a tornare al ristorante ma, di tutta risposta, ricevo un messaggio via WhatsApp dove mi veniva comunicato che ero licenziato. Io però ero già sotto malattia con l’Inps che aveva già trasmesso i documenti al datore di lavoro. Il motivo per cui ci tengo a denunciare pubblicamente questa vicenda è che un lavoratore non può ne deve essere trattato così. Si è persa la correttezza e l’umanità”.