Con l’olio da cucina ora ci alimentiamo i voli aerei: è successo davvero

Un volo transatlantico alimentato con olio da cucina: è possibile, ma gli ambientalisti hanno qualche dubbio sulla effettiva sostenibilità.

Con l’olio da cucina ora ci alimentiamo i voli aerei: è successo davvero

Attraversare l’ipnotica vastità dell’Oceano Atlantico utilizzando dell’olio da cucina – no, non si tratta di una gara per Iron Man eccessivamente attenti alla linea e con evidente tendenze masochiste; ma del notevole esperimento compiuto da un aereo commerciale a lungo raggio che ha compiuto la tratta Heathrow (Regno Unito, tanto per intenderci) – New York impiegando carburante sostenibile al cento per cento.

“Esperimento”, già: termine altisonante ma adatto, se consideriamo che fino a oggi le autorità di regolamentazione hanno consentito alle compagnie aeree di utilizzare non più del 50% di carburante ecologico. Carburante che, è bene notarlo, nel nostro caso è di fatto composto da olio da cucina esausto, prodotti a base vegetale e grasso animale di scarto, mescolati con una minima quantità di cherosene sintetico a sua volta ricavato dal mais.

I dubbi degli ambientalisti; o perché non è tutto oro quel che luccica

Aereo passeggeri

Non additateci come guastafeste: mettere i puntini sulle i è anche e soprattutto parte del nostro lavoro. Il volo in questione, che come anticipato ha visto un Boeing 747 partire da Heathrow 11.30 del 28 novembre 2023 e atterrare alle 14:40 (ora locale) in quel di New York, non è “a emissioni zero”. A puntualizzarlo è la stessa Holly Boyd-Boland, vice presidente dello sviluppo aziendale di Virgin Atlantic.

“Esso dimostra però che che abbiamo enormi leve là fuori e enormi opportunità per ridurre materialmente già oggi le emissioni di carbonio dei voli” ha continuato. La speranza delle compagnie aeree, rimanendo in questo contesto, è che il SAF – ossia questo particolare carburante composto da olio da cucina – possa ridurre le emissioni nette fino al 70% rispetto ai colleghi fossili.

Speranza virtuosa, considerando che tale carburante non necessita nemmeno di motori speciali o modifiche ai velivoli. C’è, tuttavia, una zona d’ombra ingombrante e che, anche a costo di pestare l’entusiasmo, va affrontata: a oggi, produrre questa particolare miscela di olio di cucina e altri ingredienti ha un costo tre o cinque volte superiore rispetto al carburante tradizionalmente impiegato dagli aerei.

Alimentare un volo aereo con dell’olio da cucina è un’idea virtuosa, in altre parole, ma che deve inevitabilmente confrontarsi con la dura legge del numero. Come riportato da Wired, per di più, un rapporto della Royal Society Net Zero Aviation Policy avrebbe dimostrato che per soddisfare la domanda di carburante dell’aviazione sarebbe necessario dedicare alla produzione di SAF la metà dei terreni agricoli complessivi del Regno Unito.

Non tutto è da buttare, naturalmente. L’esperimento è stato un successo, e i dubbi dovrebbero essere interpretati come materiale costruttivo, e non come munizioni esplosive volte a demolire lo sforzo compiuto. Stando a quanto lasciato trapelare, infatti, pare che il Governo d’Oltremanica stia valutando di impiegare il carburante in questione per auto e camion, e non per gli aerei.