“Questa è una stronzata assoluta”. Gordon Ramsay ci ha abituato, anche nei suoi programmi televisivi, a un certo linguaggio colorito e diretto. Linguaggio che peraltro condivide con chi scrive: quando ce vo’ ce vo’ si dice a Roma come in Gran Bretagna, e a volte nulla rende l’idea come una parolaccia.
Dunque sì, ha Gordon Ramsay ha ragione da vendere, e anzi, avremmo anche utilizzato qualche bad words in più al posto suo, probabilmente. Qual è il motivo di tanta rabbia, chiederete voi. Presto detto: in un’intervista con il Sunday Times, allo chef 59enne superstar della cucina televisiva di tutto il mondo è stato chiesto se aveva intenzione di adattare i suoi menu ai clienti che assumono farmaci dimagranti GLP-1, quelli nati per curare il diabete e diventati invece, grazie alla loro capacità di controllo del peso tramite la perdita di appetito, farmaci dimagranti di grande successo. Uno su tutti (il più celebre), l’Ozempic.
La diffusione dell’Ozempic in America

Fino a poco tempo fa, nessuno di noi sapeva cosa fosse l’Ozempic. Invece, in brevissimo tempo, è diventato un farmaco sulla bocca di tutti. Il suo merito? Quello di riuscire a far dimagrire in fretta, apparentemente senza alcuno sforzo. Nessun regime dietetico particolare a cui sottoporsi, nessuna sessione sfinente in palestra, semplicemente una medicina che, detta in parole poverissime, inibisce l’appetito.
Et voilà. Quel che sembra essere la fine di un’epoca (e di un’industria gigantesca che ruota intorno al dimagrimento) è entrata dalla porta alla velocità della luce. I numeri sono realmente impressionanti, soprattutto negli Stati Uniti, dove l’Ozempic (e i suoi “colleghi” come il meno noto Mounjaro) è ormai diffusissimo: si parla di un adulto su otto che lo avrebbe provato almeno una volta, per lo più con l’unico scopo di dimagrire velocemente.
Lo dice anche Lisa, una delle protagoniste di “…And Just Like That”, sequel di “Sex and The City”, che meglio di ogni altra serie ha raccontato una certa contemporaneità newyorkese: parlando a suo marito, che non riesce a dimagrire di qualche chilo per rimettersi in forma, Lisa sfinita afferma “Prova con l’Ozempic come fanno tutti gli altri!”.
L’Ozempic cambierà i menu dei ristoranti?

La “Ozempic revolution” sembra essere solo all’inizio, e non è ancora sbarcata del tutto in Italia, a dire il vero. E forse, non è così assurdo pensare che cambierà anche la ristorazione internazionale.
Heston Blumenthal, mente e cuore del Fat Duck, ha già annunciato di essere corso ai ripari perché – a suo parere – questo tipo di farmaci presto “distruggeranno l’industria della ristorazione”. Dunque, la sua soluzione è un menu pensato per chi fa uso di Ozempic e similari: un fine dining ridotto, per chi alla fine non ha fame ma vuole comunque andare al ristorante.
Le aziende alimentari (e vorremmo ben vedere) non sono da meno: anche loro hanno pensato alla crescente fetta di consumatori che grazie a questo tipo di farmaci presto avrà meno fame e dunque consumerà di meno, e dunque ecco che Nestlè annuncia la sua linea di prodotti alimentari per chi è sotto Ozempic.
La risposta di Gordon Ramsay

Alla fine però, noi stiamo con Gordon Ramsay. Che senso ha che la cucina si pieghi a questo trend? Un senso economico, certo, ma che toglie valore a tutto ciò che esiste di gastronomico. Si va al ristorante per il piacere di mangiare, e di mangiare bene, non certo per sfamarsi.
Con il suo modo colorito e a tratti pure un po’ eccessivo (soprattutto quando pare sfociare un po’ nel body shaming), Gordon Ramsay ha sostanzialmente detto che non ha alcuna intenzione di cambiare i suoi menu per rivolgersi al pubblico che fa uso di Ozempic e similari. “Non c’è possibilità che in futuro ci possa essere un nostro menu-Ozempic che ti faccia sentire meno grasso”. E qui, Gordon caro, abbiamo dovuto edulcorare le tue affermazioni. Perché parolacce sì, ma sempre con rispetto.
