Consumi: il carrello della spesa costerà 350 euro in più alle famiglie

Coldiretti prospetta un quadro fosco per quanto riguarda i consumi: a causa dell'inflazione e dei rincari il carrello della spesa costerà 350 euro in più alle famiglie.

Consumi: il carrello della spesa costerà 350 euro in più alle famiglie

Coldiretti non è ottimista per quanto riguarda i consumi degli italiani: secondo le sue previsioni, a causa dell’inflazione e dei rincari il carrello della spesa costerà 350 euro in più alle famiglie.

Coldiretti ha definito “tempesta perfetta” gli effetti che pandemia, guerra, siccità e inflazione avranno sul portafoglio degli italiani. Basandosi sui dati forniti dall’Istat, ecco che l’inflazione e l’aumento dei prezzi costeranno alle famiglie italiane circa 9 miliardi di euro in più nel 2022, cioè circa 350 euro a famiglia. E questo solo considerando la spesa alimentare.

Questa la classifica dei rincari:

  1. verdura: +1,97 miliardi
  2. pane, pasta e riso: +1,65 miliardi
  3. carne e salumi: +1,54 miliardi
  4. frutta: + 0,92 miliardi
  5. latte, formaggi e uova: +0,78 miliardi
  6. pesce: + 0,77 miliardi
  7. olio, burro e grassi: + 0,59 miliardi

Scontrino spesa

Gli aumenti saranno più contenuti (ma ci saranno comunque) per acque minerali, bevande, zucchero, confetture, dolci, caffè, tè, sale e anche alimenti per bambini. Coldiretti ha poi fatto un esempio: solo per la frutta fresca, una famiglia composta da quattro persone spenderà circa 68 euro in più all’anno, mentre 115 euro in più saranno spesi per le verdure. E questo senza considerare che i salari sono rimasti sempre gli stessi.

Ci sarebbe poi anche un possibile rischio per la sicurezza alimentare. Nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dall’estero come grano e mais sono cresciute del 29%, ma questo fa sì che ci sia il concreto rischio di un abbassamento degli standard di qualità e della sicurezza alimentare.

Ma non solo per le famiglie: anche le aziende dell’agroalimentare sono in crisi. Circa 250mila aziende agricole nostrane, quindi un terzo del totale, stanno producendo in perdita. E più di un agricoltore su diecie (il 13%) è costretto a chiudere la propria attività.