Coronavirus: l’obesità aumenta i rischi di terapia intensiva, dice uno studio

L'obesità aumenterebbe il rischio di finire intubati in terapia intensiva in caso di Coronavirus: a dirlo è uno studio scientifico italo americano.

Coronavirus: l’obesità aumenta i rischi di terapia intensiva, dice uno studio

L‘obesità aumenterebbe il rischio di finire in terapia intensiva in caso di Coronavirus. A sostenerlo è uno studio, condotto da Mikiko Watanabe, MD PhD e ricercatrice alla Sapienza di Roma e Damiano Caruso, MD PhD e ricercatore all’ospedale universitario Sant’Andrea della Sapienza e pubblicato sulla rivista specializzata Metabolism-Clinical and Experimental, che dimostra una correlazione tra il quantitativo di grasso viscerale in eccesso e la necessità di essere intubati in un campione di centocinquanta pazienti di tutte le età.

Secondo questa indagine, per ogni aumento pari ad un’unità di grasso viscerale i pazienti avrebbero una probabilità 2,5 volte maggiore di finire in terapia intensiva in caso di Coronavirus. “È interessante notare che l’accumulo del grasso viscerale – spiega l’analisi – sembra avere un legame più forte con la necessità dell’ammissione in terapia intensiva e quindi dell’intubazione rispetto ad altri parametri rilevanti, come la gravità della polmonite interstiziale, i marker di infiammazione, l’età, il genere o le comorbilità”. Dunque, secondo questo studio, l’obesità potrebbe svolgere un ruolo davvero rilevante nella possibilità di finire intubati.

Lo studio, amettono gli stessi autori, “ha diversi limiti. Innanzitutto, la dimensione del campione era relativamente piccola”, ma anche alcuni punti di forza, come un’ampia distribuzione dell’età nel campione posto sotto esame rispetto a quella di molte altre indagini simili.

[Fonte: Vanity Fair]