Cosa ci insegna il disastro economico di Salt Bae sulla ristorazione contemporanea?

Col ristorante londinese in perdita e quelli americani in buona parte chiusi, viene da chiedersi se l'appeal del macellaio-meme sia finalmente finito.

Cosa ci insegna il disastro economico di Salt Bae sulla ristorazione contemporanea?

L’appariscente macellaio-cuoco turco Nusret Gökçe, in arte “Salt Bae”, ha dato il via allo sviluppo della sua attività in Italia, con un’inaugurazione della sua prima insegna a Milano in cui non sono mancati celebrità varie, inclusi una ministra e un Presidente del Senato, ma nel resto del mondo le sue pacchiane steakhouse non sembrano passarsela benissimo.

Dati alla mano infatti, il suo ristorante londinese Nusr-Et, aperto nel 2021 a Knightsbridge, celebre per i prezzi esorbitanti, ha registrato una perdita netta di £5.5 milioni per l’anno 2024, cosa che, insieme alle chiusure dei suoi ristoranti negli Stati Uniti, lascia intendere che il suo impero stia attraversando una profonda crisi finanziaria.

La fine del ristorante-meme?

Salt-Bae

Nonostante il fatturato del locale sia salito a poco più di £10 milioni nel 2024, in ripresa rispetto ai £9.3 milioni del 2023, il bilancio è stato drammaticamente compromesso da £6.6 milioni di “spese eccezionali”, come sono state definite nei bilanci.

Queste perdite sono relative alla svalutazione degli asset della divisione statunitense della Nusr-Et: la filiale americana, che è una sussidiaria interamente di proprietà della società britannica, ha subito una significativa riduzione, chiudendo diversi ristoranti. Al suo apice, il marchio contava sette locali negli Stati Uniti, ma ora ne rimangono solo due (a New York Midtown e Miami), a seguito delle chiusure di sedi come Beverly Hills, Dallas, Las Vegas e Boston.

I vip sono tutti felicissimi di avere Salt Bae finalmente a Milano I vip sono tutti felicissimi di avere Salt Bae finalmente a Milano

Forse i segnali si potevano notare già tempo fa: l’impero di Salt Bae era costruito sull’isteria di internet e sul concetto di cibo come ostentazione, e i ristoranti erano considerati più un’attrazione turistica che un luogo per cenare. I clienti venivano per vedere il meme dal vivo, e gli scontrini folli con bistecche Tomahawk da £630, Wagyu striploin da £680, o baklava con foglia d’oro da £50, sembravano essere l’unico ricordo che i clienti si portavano a casa.

Un “modello di business” che si sta dimostrando insostenibile, senza che nessuno resti sorpreso, e nemmeno la presenza di vip come David Beckham e Cristiano Ronaldo è riuscita a nascondere all’infinito l’inconsistenza dell’esperienza gastronomica, che invece traspariva in un po’ tutte le sedi sulle recensioni di TripAdvisor e Google. Insomma, sembra che nelle grandi città in cui Salt Bae ha visto un pubblico in grado di recepire e potersi permettere la sua sua offerta, quella sua ostentazione un po’ cafona sembra aver decisamente perso lustro, e ai “bling bling” di un meme vivente si preferisce un lusso più discreto e concreto.

Il racconto di Antonio Cassano sulla cena da Salt Bae è esilarante Il racconto di Antonio Cassano sulla cena da Salt Bae è esilarante

In attesa di vedere quanto ci metterà il pubblico italiano ad arrivare alla stessa realizzazione, Gökçe non cambia di una virgola la sua strategia, postando video del suo ristorante di Istanbul, il Macka Palas, costato 36 milioni di sterline, o proponendo sconti del 30% agli studenti per bistecche da 1000 dollari, che sanno più di presa in giro che di offerta speciale. Londra perde milioni, negli USA si chiude: attendiamo i numeri di Milano, e vediamo quanto effettivamente il pubblico, per quanto benestante, si sia stufato si sia stufato di pagare per un meme e non per un bene o un servizio.