C’è stato un tempo in cui il re della pasticceria, almeno nell’ambito dei reality show, non era né Iginio Massari né Ernst Knam. L’unico e inimitabile boss delle torte era un italo americano doc nativo di Hoboken, New Jersey. Vi ricordate di Buddy Valastro? Quello delle torte gigantesche e impossibili, e dagli ordini che paiono più delle sfide, a rappresentare dinosauri, automobili, acquari, missili. Chili su chili di pan di Spagna, fondente e colorante hanno costruito un impero tanto materiale quanto televisivo.
Se non ve lo ricordate beh, di sicuro ce lo hanno presente frotte di italiani in vacanza a New York City, attirati come falene dal display di torte multicolore della sua Carlo’s Bakery a Times Square. Sul fatto che poi le suddette torte siano talmente chimiche che Breaking Bad levati sorvoliamo, alla faccia di chi si fregia di avere “gusto”. La notizia qui è un’altra e riguarda l’ennesima operazione alla mano del celebrity chef, di nuovo sotto i ferri in tutti i sensi.
La saga ospedaliera di Buddy Valastro
Sotto la mano di Buddy Valastro ne sono passate di torte rosso sangue come la red velvet qui sopra. Stavolta però il sangue c’è per davvero, e arriva direttamente dall’attrezzo primario per qualsiasi chef. Il pasticciere televisivo è stato operato ben cinque volte alla mano destra. L’incidente che ha scatenato questa saga ospedaliera risale al 2020, e coinvolge una barra di metallo e il sistema meccanico che posiziona i birilli sulla pista da bowling. Valastro lo stava riparando a casa sua, quando all’improvviso è stato infilzato tre volte sul dorso della mano.
Dopo la prima corsa in pronto soccorso, sono seguiti anni di operazioni e riabilitazione. Fino a oggi. È di questi giorni l’annuncio tramite video Instagram del quinto e ultimo intervento, quello che dovrebbe mettere la parola fine a questo supplizio una volta per tutte. “Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro prima dell’ultima operazione” dice un Buddy Valastro sorridente in camera mostrando lo stato, ancora messo parecchio male, dei suoi tendini. Fra indice e medio in effetti c’è parecchio spazio, le due dita separate da una distanza innaturale.
“Riesco a decorare, riesco a fare praticamente tutto. L’unico problema è che mi sento un po’ Dottor Spock e la cosa sta cominciando a diventare permanente. Non voglio che resti così”. Il saluto vulcaniano di Star Trek non è l’ideale se vuoi fare torte, ma anche qualsiasi altra cosa. Compreso, come scherza Valastro, il dito medio. E a proposito di rallentare o rinunciare alla sua attività, il nostro smentisce categoricamente con la tipica espressione italo americana che lo contraddistingue, che suona come uno scanzonato “non credo proprio”. A surgery slowing me down? Fuggetaboutit!