La Germania, è sempre stata terra di radicate tradizioni birrarie: dai caratteristici Biergarten all’Oktoberfest, che ogni anno attira frotte di Italiani, la birra è da secoli “prodotto culturale tedesco per eccellenza” per usare le parole di Volker Kuhl, amministratore delegato del birrificio Veltins.
Eppure, proprio quello della birra è un settore che in da quelle parti sta attraversando un declino senza precedenti, mettendo in crisi non solo un’industria chiave ma anche parte dell’identità nazionale.
La crisi della birra in Germania: numeri e cause
I numeri parlano chiaro: la produzione di birra in Germania ha registrato una flessione del 6,3% nella prima metà del 2025 rispetto all’anno precedente, con il consumo pro capite che è sceso drasticamente da 98 litri nel 2017 a circa 88 litri nel 2024, segnando un trend negativo che dura da anni. Tra il 2023 e il 2024, ben 52 birrifici hanno chiuso i battenti, il peggior dato degli ultimi trent’anni, e le vendite complessive di birra sono calate del 15% tra il 2014 e il 2024, e persino le esportazioni hanno subito una flessione del 6%. Lo stesso Kuhl ha definito la situazione una “vera e propria lotta per la sopravvivenza per molti birrifici”.
Le cause di questa crisi sono molteplici e interconnesse. Da un lato, il settore è strozzato dall’aumento dei costi energetici e produttivi, con rincari che le aziende faticano a trasferire sul prezzo finale, erodendo i margini. Richard Hopf, direttore di un’azienda familiare costretta a chiudere, ha dichiarato che “con le vendite in calo e i costi in aumento non c’è più margine per pianificare sul lungo termine”.
Dall’altro lato, un fattore determinante è il cambiamento nelle abitudini dei consumatori, in particolare delle nuove generazioni. La Generazione Z e i Millennial mostrano una crescente attenzione alla salute e al benessere e la birra tradizionale, da rito quotidiano o consumo abbondante in occasioni sociali, è diventata oggetto di consumo ben più occasionale.
Rainer Emig di Veltins ha notato che sono venute meno “la seconda birra a pasto, la terza e la quarta” che si bevevano nelle occasioni di festa. Un cambiamento così profondo che il Ministro federale della Salute tedesco Karl Lauterbach sta persino proponendo di rivedere le leggi che consentono il consumo di alcol ai minori di 16 anni se accompagnati dai genitori.
In controtendenza, si assiste a un boom delle birre analcoliche. I volumi sono quasi raddoppiati in un decennio, passando da 295 milioni di litri nel 2014 a 579 milioni nel 2024 (+96%), e oggi rappresentano circa il 10% del mercato tedesco, e persino l’Oktoberfest ha introdotto versioni analcoliche nei suoi stand. Una soluzione che però giova solo ai grandi birrifici industriali, gli unici in grado di poter sostenere gli investimenti nelle nuove linee di produzione necessarie, in una fase in cui il mercato, pur in crescita, rimane comunque marginale rispetto al totale.
Come sottolinea Holger Eichele, presidente dell’Associazione dei birrai tedeschi, “la situazione è preoccupante. Le condizioni sono difficili e anche aziende secolari potrebbero essere costrette a chiudere”.