Covid, la birra è al centro della ripresa dei locali italiani

La birra è l'ingrediente centrale della ripresa delle attività di ristorazione italiane dopo lo stop determinato dal Covid.

Covid, la birra è al centro della ripresa dei locali italiani

Non è un segreto che l’imperversare della pandemia abbia determinato il cosiddetto annus horribilis della ristorazione italiana (stando al report redatto dall’Osservatorio sui bilanci 2020 delle Srl del Consiglio e della Fondazione nazionali dei commercialisti si registra un calo del fatturato del 44,9% su base annua), ma è anche vero che ora il settore è pronto a risorgere dalle ceneri del Covid. Una rinascita che, di fatto, poggia sulla solidità della birra.

Ristorante chiuso

Eh sì, perché sia chiara (56,2%) o artigianale (45,3%), la birra la fa da padrona nel futuro dell’Ho.Re.Ca, ben più del vino (sia bianco che rosso) che di fatto invece si piazza al terzo posto assoluto (43,8%) seguito da cocktail e spirits (42,7%) e spumante (19,8%). È quanto emerge dal più recente studio commissionato dall’Osservatorio Birra all’Istituto Piepoli, che ha intervistato 200 gestori e proprietari di ristoranti, pizzerie, bar, pub, hotel e locali sondando attese e investimenti del settore in questione; facendo emergere il segno del Covid sul fuori casa. Il 60,4% dei locali, dopo la pandemia, ha infatti cambiato profondamente il business, rivedendo prezzi e offerta (34,4%), aprendosi al delivery e all’asporto (21,9%), immaginando menù con meno portate (19,8%) e ampliando le fasce orarie di apertura, per intercettare nuove occasioni di consumo (16,1%). Interessante notare, però, che anche in questo contesto il 58,3% dei locali ha comunque deciso di investire – con la mole economica media che si accosta sui 20 mila euro – per adeguarsi alle nuove esigenze.