Cozze del Polesine, caldo e salinità soffocano gli allevamenti: la produzione cala del 50%

Le cozze del Polesine sono malate: la cosiddetta "acqua bianca", unita al caldo e all'aumento della salinità, hanno tagliato la produzione.

Cozze del Polesine, caldo e salinità soffocano gli allevamenti: la produzione cala del 50%

Scatta l’emergenza tra i produttori di cozze del Polesine: le colture sono infatti minacciate dalla cosiddetta “acqua bianca”, conosciuta tra gli addetti ai lavori anche come “anossia”. Si tratta di una condizione che avviene a seguito della decomposizione di alcune sostanze organiche da parte di alcuni batteri che, di fatto, consumano tutto l’ossigeno in acqua – lasciando i bivalvi a soffocare. La condizione è particolarmente grave nella Sacca degli Scardovari a Porto Tolle, in provincia di Rovigo: nelle lagune della zona manca quasi del tutto il ricircolo dell’acqua a causa dei locali interrati, che favoriscono di fatto il proliferare di alghe, e con le condizioni di siccità degli ultimi mesi – e il conseguente aumento della salinità dell’acqua – i produttori si trovano ad affrontare un mix davvero esplosivo.

Fiume Po

Il risultato? Un calo della produzione che, stando alle stime più recenti, oscilla tra il 30 e il 40%. Un calo che, di fatto, poteva essere prevenuto grazie agli interventi di vivificazione “che si sarebbero dovuti fare, che sono stati programmati, che sono anche partiti, per poi essere fermati e dei quali ancora non vediamo la fine”, come spiega Luigino Marchesini, presidente della Op, l’Organizzazione produttori del Consorzio cooperative pescatori del Polesine. “Sarebbero bastati quegli scavi per darci un po’ di respiro: avevamo più volte denunciato come la circolazione e il ricambio idrico fosse insufficiente in laguna a causa degli inadeguati interventi idraulici svolti in questi ultimi anni”. Occorre sottolineare, per di più, che di fatto l’emergenza non è certo limitata al contesto della Sacca: “Se non partiranno quei lavori promessi in Commissione lagune per metà agosto-primi di settembre” continua il presidente Marchesini “qua si rischia di perdere davvero tutto”.