Il passaggio da Fico a Grand Tour Italia non sembra aver risollevato le sorti di quella che ormai si può definire la bestia nera di Oscar Farinetti.
Dal progetto iniziale sono cambiate molte cose, non certo solo il nome: un restyling strutturale che ha richiesto 8 mesi di chiusura e un investimento da 6 milioni di euro, la fuoriuscita dalla società di Coop Alleanza che ha lasciato i Farinetti soli al comando con la loro Eatinvest e l’avvento di un amministratore delegato con una solida esperienza nel mondo dei parchi di divertimenti.
Eppure tutto ciò non è bastato per invertire la tendenza negativa, e l’ultimo bilancio si chiude con una perdita di 4,7 milioni e un passivo che sfiora il miliardo di euro.
I numeri di un flop

L’occasione per riflettere sull’andamento di Grand Tour Italia è l’approvazione del bilancio da parte di Deloitte, società internazionale che si occupa della revisione dei conti di Eatinvest, come riportato dall’edizione bolognese del Corriere della Sera.
Un andamento negativo che non si placa da anni, a partire dal 2021 in cui le perdite ammontavano a 6,7 milioni, seguite da un 2022 in cui ne sono stati bruciati 6,5, i “soli” 3 milioni persi del 2023 e, come visto, i 4,7 di rosso dell’ultimo esercizio, per un totale di oltre 25 milioni di euro di perdite negli ultimi cinque anni.
Quello appena passato è stato certamente un anno particolare, che ha visto anche i mesi di chiusura per il rifacimento della struttura e i relativi investimenti, ma la situazione di crisi ha imposto che i Farinetti mettano mano al portafoglio, iniettando nella società capitali freschi per 7 milioni.
Un’operazione che Deloitte spiega nella nota integrativa all’approvazione del bilancio: “l’impegno a supportare la società in termini finanziari si è concretizzato con l’intervento del socio Eatinvest con versamento di capitali (per un importo pari a 4 milioni) al fine di un rafforzamento patrimoniale che, sostenuto con ulteriori versamenti già concretizzatisi nei primi mesi del 2025 (3 milioni) ha permesso di portare il patrimonio netto a una situazione positiva a sostegno dei mesi futuri”.
I lavori che hanno portato alla nascita di Grand Tour Italia hanno poi complicato una situazione debitoria già non rosea, che ha visto i debiti con banche, finanziatori e fornitori passare da 7,7 milioni a 12,2 milioni solo nell’ultimo anno, e anche gli ulteriori progetti strutturali e di espansione previsti come il Parco Avventura e la pista di go-kart subiranno ulteriori ritardi.
Qualche cambiamento però, sarà necessario: “saranno mantenute le aree distinte per ogni Regione italiana rappresentata da un ristorante e da punti vendita che offrono prodotti alimentari locali, riducendo però gli spazi ad esse dedicati per meglio affrontare la gestione delle attività e fare sinergie per raggiungere una corretta sostenibilità del progetto”.
Gli anni passano e, nonostante gli interventi e la perseveranza di Farinetti, Fico continua a non decollare: il patron in una recente intervista insisté nel dire che l’idea fosse “pazzesca” e il problema fosse solo la scelta della città, Bologna, ma questi numeri sembrano raccontare una storia ben diversa.