Derrate alimentari: nel mondo calano i prezzi, per il terzo mese consecutivo

Il coronavirus fa abbassare il prezzo delle derrate alimentari su scala globale per il terzo mese consecutivo.

Il coronavirus fa abbassare il prezzo delle derrate alimentari su scala globale. Ad annunciarlo la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), la quale sottolinea che ad aprile c’è stato un calo per il terzo mese consecutivo. Circa il 3,4% in meno rispetto a marzo e quasi il 10% in meno rispetto a gennaio.

Fondamentale in tal senso l’impatto dell’emergenza sanitaria, che ha influito negativamente sulla logistica e l’economia facendo abbassare la domanda di molte materie prime. Per quanto riguarda lo zucchero, ad esempio, rispetto al mese di marzo si è registrata una decrescita del prezzo mai vista da 13 anni, pari al 14,6%. Vero e proprio tracollo a due cifre per burro e latte in polvere, penalizzati dalla crescita delle scorte, la debole domanda di importazione e la chiusura della ristorazione.

Cali significativi anche per gli oli vegetali con un -5,2%, -3,6% per quanto riguarda i prodotti lattiera-caseari, -2,7% per la carne.

E sulla carne, l’Economista Senior della FAO Upali Galketi Aratchilage dichiara: “La pandemia sta colpendo sia la domanda che l’offerta di carne, in quanto la chiusura dei ristoranti e la riduzione del reddito familiare comportano minori consumi e la carenza di manodopera negli impianti di trasformazione stanno avendo conseguenze sui sistemi di “produzione just-in-time” nei principali paesi allevatori di bestiame”.

I prezzi dei cereali – si legge nella nota di Fao – sono diminuiti solo marginalmente, poiché i prezzi internazionali del grano e del riso sono notevolmente aumentati, mentre quelli del mais hanno subito un brusco calo. Da marzo i prezzi internazionali del riso sono aumentati del 7,2%, in gran parte a causa delle restrizioni temporanee all’export dal Vietnam, che sono state successivamente abrogate, mentre i prezzi del grano sono aumentati del 2,5% a causa delle voci di un rapido adempimento della quota di esportazioni dalla Federazione Russa. Viceversa, i prezzi dei cereali secondari, tra cui il mais, sono scesi del 10%, trainati dalla riduzione della domanda per il loro uso come mangime e per la produzione di biocarburanti.