C’è una nuova apertura fiorentina in arrivo, che sta facendo già molto parlare di sé per tutti i motivi sbagliati: si tratta del locale estivo di Dimitri Kunz d’Asburgo, compagno del ministro del turismo Daniela Santanché.
Evidentemente ispirato dalla sua dolce metà, l’imprenditore ha deciso di battezzare la sua creatura che animerà l’estate fiorentina “Santhouse”, cosa che non è stata affatto apprezzata dal collega Giulio Fratini, mente dietro il successo dei Santa cocktail bar.
Santa vs. Santhouse
Le ispirazioni sono diverse, ma il risultato finale è l’assonanza: da una parte il chiaro gioco di parole e l’omaggio a Santanché, per un locale che promette di essere un discobar, nato dalle ceneri del fu “Flo lounge bar” in piazzale Michelangelo, dall’altra il riferimento alla splendida Piazza di Santa Maria Novella, dove è partito il successo dei cocktail bar della famiglia Fratini.
A dare un racconto approfondito della vicenda è Marco Gemelli su Il Forchettiere che riporta anche la reazione dello stesso Giulio Fratini.
“Ovviamente questa situazione non ci rende felici perché il nome scelto da Dimitri Kunz d’Asburgo richiama troppo da vicino il nostro brand, sfruttandone la reputazione e creando una sovrapposizione nel mercato del bartending cittadino. Non è solo una questione di nome, ma di immaginario: abbiamo costruito negli anni un’identità precisa con simboli, storytelling e grafica coerenti, e vedere un nuovo locale giocare con lo stesso lessico visivo e verbale, a pochi chilometri da noi, non può lasciarci indifferenti”.
D’altronde è impossibile pensare che chiunque si occupi di ricettività a Firenze non conosca “Santa”: il successo del cocktail bar è stato replicato sulla collina circostante a Villa Cora, a Roma e Venezia, e dallo stesso team è nato anche “Fede”, laboratorio di miscelazione all’interno del rinnovato Hotel Balestri. Difficile credere nell’ignoranza o nella buona fede.
Da parte del patron di Santa c’è stato un contatto: “ho chiesto un incontro a Dimitri Kunz d’Asburgo(…) partendo dal presupposto che sia il nome ‘Santa’ sia tutto ciò ad esso collegato è stato registrato come marchio già nel 2020 attraverso lo storico studio Mannucci. Abbiamo preso un caffè, ma da quell’incontro non è emerso nulla di positivo. Restiamo ovviamente ancora aperti al dialogo, ma all’occorrenza siamo pronti a valutare ogni ulteriore passo a tutela del nostro brand”.
Parole che lasciano chiaramente intuire che Fratini sia più che disposto ad agire per vie legali: in un modo o nell’altro, la promessa del “Santhouse” di animare la scena dei locali fiorentini verrà mantenuta.