Discoteche in flash mob: “Meglio essere ristoranti”

La Silb organizza un flash mob a Roma per chiedere una data di riapertura, e, nel frattempo, c'è anche chi propone di convertire le discoteche in ristoranti.

Discoteche in flash mob: “Meglio essere ristoranti”

Le discoteche, in Italia, saranno tra le ultime attività a riaprire. Più difficile, secondo l’Istituto Superiore della Sanità, la convivenza con il virus in locali dove si balla e quindi il rispetto del distanziamento sociale. Ancora il Governo non ha annunciato una eventuale data di riapertura e, intanto, le associazioni di categoria chiedono risposte più chiare e lo fanno organizzando un flash mob in programma sabato 10 giugno dalle 9 alle 13, a Roma, in piazza Montecitorio.

“Siamo imprenditori che hanno stilato protocolli seri, rispettosi delle ordinanze, del vivere civile, della salute pubblica, al fine di riprendere le loro attività – spiega Maurizio Pasca, presidente di Silb, l’associazione che raggruppa i locali di intrattenimento – Imprenditori che onorano regole di capienza dagli anni Settanta, che hanno locali strutturati al fine di garantire distanze di un metro, imprenditori che hanno proposto protocolli di sanificazione, tracciamento, sicurezza. Imprenditori che hanno creato procedure per la sicurezza di pubblico e lavoratori! E che hanno bisogno di aiuti economici perché sono stati i più colpiti. Chiediamo una data di riapertura in condizioni economicamente sostenibili

E c’è anche chi chiede di “convertire” le discoteche in ristoranti.È l’idea lanciata di Enzo De Pompeis, rappresentante Silb di Napoli, che chiede: “Autorizzateci temporaneamente a trasformare i nostri locali in bar e ristoranti, grazie alla possibilità di somministrare bevande e pure cibo. Potrebbe essere una opportunità, almeno per alcuni di noi, per provare a rientrare almeno nelle spese”.

In questo caso, le discoteche rispetterebbero le medesime misure di sicurezza per clienti e lavoratori a cui devono attenersi bar e ristoranti. La Silb chiede anche aiuti economici, come la sospensione o l’annullamento di tutte le tasse regionali per il 2020, oltre allo stanziamento di un contributo a fondo perduto in proporziona al fatturato.