Il macaron è stato simbolo, marchio e premio. Poi, nell’ottobre ’23, sono arrivate le chiavi. Ora la Guida Michelin guarda al vino, e annuncia un sistema di classificazione mondiale che – parola dei piani alti – sarà “più influente di quella di Parker”. Useranno i calici o i grappoli?
Il Parker di cui sopra ovviamente non è il vostro amichevole Spider-Man di quartiere, ma il celeberrimo Robert di The Wine Advocate: mister cento punti, l’ambasciatore del full-bodied, high-alcohol red, l’uomo il cui gusto ha per anni influenzato la critica e la produzione di vino del globo terracqueo. La Rossa vuole fare di più.
Come funzionerà la classifica Michelin per il vino?
La mossa ha il sapore della metamorfosi, o – forse più banalmente – dell’evoluzione. Stelle e poi chiavi, dicevamo: la guida gommata ambisce a togliersi l’abito di guida gastronomica e indossare quello da autorità mondiale in materia di lifestyle. Gli ultimi numeri della Rossa in versione hospitality raccontano di 1742 hotel premiati con una chiave, 572 con le chiavi gemelle e 143 con la tanto ambita tripletta.
Il marchio Michelin è forte per storia e reputazione, e ai piani alti lo ritengono maturo per la crescita. Gwendal Poullennec, direttore internazionale della Guida, ha spiegato ai colleghi del The Times che vent’anni fa circa la Rossa ha attraversato un periodo di difficoltà economica, a causa dei costi elevati delle ispezioni e di un calo della vendite. E ora?
Business is blooming, tutto a gonfie vele. Le gomme divorano l’asfalto e nel motore brucia la benzina di governi mondiali e brand privati (nel mese di ottobre uscirà la Guida dedicata all’Arabia Saudita, finanziata dal Ministero della Cultura) volenterosi di abbronzarsi un poco alla luce del marchio Michelin.
A oggi, spiega ancora Poullennec, l’edizione cartacea ha un valore “trascurabile per il modello economico” complessivo, mentre ad alimentare la Rossa sono soprattutto le partnership di cui sopra. Ma questo che c’entra con il vino? La missione della Michelin, secondo il presidente Florent Menegaux, è di “conquistare il mondo”; e il vino è il prossimo tassello di un segmento già parzialmente presidiato.
Evoluzione quasi obbligata, in altre parole, e soprattutto affine a quanto costruito fino a ora. Menegaux, dicevamo, ha dichiarato al Times che la classifica dei vini della Guida Michelin sarebbe stata “più influente di quella di Parker”. Il motivo? Semplice: “Il marchio Michelin è molto più potente”.