Dopo quarant’anni tornano le sorpresine Mulino Bianco

Un'operazione nostalgia di sicuro successo per Mulino Bianco: basta pensare alle sorpresine e un'intera generazione si catapulta alle emozioni dell'infanzia. Ecco perché ora tornano sul mercato.

Dopo quarant’anni tornano le sorpresine Mulino Bianco

Un Italiano su due ne conserva una ancora a casa, da qualche parte. Lo dice un’indagine di AstraRicerche effettuata per conto del Mulino Bianco e lo conferma chi, come me, ha vissuto negli anni Ottanta, e ha avuto i cassetti pieni delle sorpresine, quelle che uscivano dalle scatoline simili a quelle dei fiammiferi. E se avete già una lacrimuccia che vi scende giù per il viso, sappiate che siete il materiale perfetto per l’operazione nostalgia che sta per arrivare, perché le sorpresine del Mulino Bianco, dopo quarant’anni, torneranno a riempire i nostri cassetti.

Mulino Bianco ha infatti deciso di celebrare i quarant’anni dal lancio della prima collezione di Sorpresine del 1983 – sollecitata anche dai fan, c’è da dirlo – riproponendone una nuova collezione, fatta di diciotto diverse gommine, dalle api ai fiori, fino alle miniature delle confezioni dei prodotti, contenute ovviamente all’interno dell’iconica scatolina di fiammiferi. Per ottenerle si dovranno raccogliere i codici presenti nei pack di merende, un po’ alla vecchia maniera, quando la mamma incollava uno per uno i punti per poi attendere a casa che arrivasse il premio scelto. E anche questa, signore e signori, è operazione nostalgia.

Le Sorpresine e gli anni Ottanta

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Secondo Mulino Bianco più del 75% degli Italiani, a suo tempo, ha collezionato le sorpresine. E in effetti, a memoria, c’è da credergli. Tra il 1983 e il 1990 ne sono state ideate ben 650 differenti tipologie (il che ha dato inizio a una voglia quasi compulsiva di averle tutte, se eri bambino a quei tempi), a partire dalla prima, “Carta vince, carta perde” e poi gommine, origami, normografi, pastelli di cera, calendari, indovinelli, adesivi e molte altre, realizzate in decine di milioni di esemplari. Le più amate – dice l’indagine AstraRicerche, erano le gommine (49,7%), seguite a distanza da adesivi (11,9%), gioco dell’oca (11%), pastelli di cera (9,4%). Ma c’erano anche le carte da gioco, i segnaidee a forma di Crostatina, gli origami, i percorsi con la pallina di metallo, i mini giochi da tavolo. Una sorta di ritorno alle origini – in contrapposizione un po’ con le sorpresine degli ovetti Kinder, che invece rappresentavano la tecnologia e il futuro – che ha riporta a un’epoca che gli Italiani – dice sempre la ricerca commissionata da Mulino Bianco – percepivano come “più felice” per i bambini, soprattutto per un maggior contatto umano (33,2%), per l’opportunità di utilizzare di più la fantasia (30,6%) e per la possibilità di godere di una maggiore libertà di movimento (17,2%). E per le sorpresine, Ça va sans dire.

A idearle, nel 1983, fu Graziella Carbone, esperta di promozioni e giochi per l’infanzia. La scatola di fiammiferi – che oggi sembra una scelta incomprensibile per un giochino per bambini – era una sorta di oggetto simbolo della cucina, ambiente familiare per eccellenza, dove si trovava quasi sempre una scatolina di quel tipo, utile per accendere il gas (no, non c’era ancora l’accensione automatica). Ogni settimana si producevano quattro milioni di pezzi e ogni tipo di Sorpresa Mulino Bianco veniva realizzata in almeno un milione di pezzi.

L’ultima edizione fu realizzata nel 1990, ma nell’anno precedente venne realizzata una serie di scatoline con il simbolo Ciao, mascotte dei Mondiali di calcio “Italia ‘90” di cui Barilla era sponsor: un vero oggetto da collezione, in effetti, ambito come solo erano a quei tempi alcune tessere telefoniche.