Francia: il governo rifiuta di vietare la caccia di domenica e gli animalisti insorgono

In Francia il governo si è rifiutato di vietare la caccia di domenica durante la stagione venatoria e gli animalisti hanno iniziato a protestare. Però sarà vietato bere e drogarsi durante le partite di caccia.

Francia: il governo rifiuta di vietare la caccia di domenica e gli animalisti insorgono

Andiamo in Francia perché qui il governo ha fatto arrabbiare di brutto gli animalisti in quanto si è rifiutato di vietare la caccia di domenica durante la stagione venatoria. Però gli ha dato un contentino: la caccia non sarà vietata la domenica, tuttavia durante le battute di caccia sarà vietato bere alcolici e drogarsi. No, perché, fatemi capire: durante una battuta di caccia, con armi cariche in mano, prima si poteva bere e drogarsi?

Francia: niente stop alla caccia di domenica

cacciatore

Il governo francese è stato chiaro: la caccia non sarà vietata di domenica, ma durante le battute non si potrà bere o drogarsi. Cosa che, secondo gli attivisti, è inapplicabile e non controllabile. Inoltre il governo pare che creerà un’applicazione per i cacciatori per indicare dove sono attivi. Solo che sarà su base volontaria, il che, onestamente, è poco utile.

Berangere Couillard, ministro dell’Ecologia, ha spiegato poi che chi organizza battute di caccia dovrà sottoporsi a corsi di formazione e che ci saranno pene più severe per coloro che causano incidenti durante la caccia.

Ma perché in Francia si sta parlando ora di caccia? Ricordandoci che nel 2021 gli allevatori avevano chiesto di autorizzare la caccia ai lupi per salvare il formaggio Brebis, ecco che il governo francese ha dovuto infine cedere alle pressioni in merito al tema della sicurezza durante la caccia dopo che il Senato ha aperto un’inchiesta a causa della morte di Morgan Keane, un ragazzo di 25 anni che è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel 2020 mentre tagliava la legna nella sua tenuta: un cacciatore lo aveva scambiato per un cinghiale.

Julien Feral, questo il nome del cacciatore che ha sparato il colpo mortale, è andato sotto processo insieme a Laurent Lapergue, organizzatore della battuta di caccia. Per oggi è attesa la sentenza.

Alla luce di tali fatti gli animalisti e attivisti anti-caccia aveva speranzosamente chiesto al governo di vietare la caccia almeno un giorno a settimana durante la stagione venatoria ed erano ottimisti sul fatto che il governo, nonostante sia da sempre molto solidale con la potente lobby della caccia, sarebbe stato d’accordo.

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Ma così non è stato. E questo nonostante i dati parlino chiaro: nella stagione 2021-22 sono stati registrati 90 incidenti connessi alla caccia (e questi sono stati solo quelli ufficialmente dichiarati), sei in più rispetto alla stagione passata. E di questi 90 incidenti, otto sono stati mortali.

Nel corso degli ultimi 20 anni, l’88% delle vittime di incidenti di caccia sono stati gli stessi cacciatori. Di recente, per esempio, un cacciatore di 84 si è sparato a morte in Corsica mentre riponeva la sua arma nell’auto.

Inoltre, nel corso degli ultimi due decenni, il numero di persone ferite non cacciatori (fra cui passanti, abitanti del luogo, gente a spasso per i boschi per i fatti suoi) è aumentato dal 12% al 26%.

Secondo l’OFB (l’Ufficio francese per la biodiversità), la stragrande maggioranza degli incidenti dipende da errori umani collegati al mancato rispetto delle regole di sicurezza di base. Nel 2021 un uomo era stato ucciso a causa di un proiettile vagante esploso da un cacciatore e che lo aveva colpito mentre stava guidando lungo l’autostrada. A 2022, invece, un altro proiettile vagante ha ucciso un escursionista che stava camminando con un amico lungo un sentiero boschivo.