Gianfranco Vissani contro il governo: “Sto pensando ad una class action”

Parole forti - ancora una volta, dopo quelle dello scorso luglio contro il viceministro Castelli - quelle dello chef Gianfranco Vissani nei confronti, questa volta, del governo. E con la sua associazione Ristoritalia pensa ad una class action.

Gianfranco Vissani contro il governo: “Sto pensando ad una class action”

Parole forti – ancora una volta, dopo quelle dello scorso luglio contro il viceministro Castelli – quelle dello chef Gianfranco Vissani nei confronti, questa volta, del governo. E con la sua associazione Ristoritalia pensa ad una class action.

“Io credo semplicemente che ci dobbiamo vergognare. Non mi riferisco certo al viceministro Castelli, che quando ci invitò a cambiare mestiere in realtà non voleva dire cattiverie. Mi riferisco a tutto il resto – dichiara su Libero il popolare cuoco -. Dobbiamo ricevere ancora i soldi della cassa integrazione. Avevo dipendenti che prendevano 1.200 euro al mese e si sono ritrovati con 400: una persona come fa a vivere così? Come lo paga il mutuo, l’affitto, le bollette? Capisco che in Italia non ci siano soldi,ma così è troppo. I soldi per aiutare certe grandi industrie trasferite all’estero li trovano sempre”.

E Vissani ne ha anche per i suoi colleghi, che “si rifanno sui clienti, cercando di recuperare le perdite aumentando i prezzi. È proprio vero che l’individualismo non ha mai fine”.

E premier Conte? “Conte ha tagliato fuori l’imprenditoria. Per me sarebbe stato meglio fare un anno bianco. Tasse sospese almeno fino all’anno prossimo. Poi nell’inverno 2021 se ne sarebbe riparlato. Ma la verità è che così Conte ci ha presi un po’ troppo in giro […] con l’associazione Ristoritalia, di cui sono presidente onorario, sto pensando a una class action contro il governo. I nostri diritti sono stati calpestati. I diritti elementari, quelli umani. I bonus, i 600 euro sono stati solo manovre dal sapore elettorale. Ora, a settembre e ottobre, si apre un buco: c’è gente che non sa come farà a sopravvivere. È di loro che mi preoccupo”.