Gianfranco Vissani sul green pass al ristorante: “Follia, ma ok se eviterà le chiusure”

Vissani ad AdnKronos: "Se non impariamo a convivere con questa situazione sanitaria, varianti incluse, mentre si cammina per uscirne, sarà uno sfacelo per l'Italia".

Gianfranco Vissani sul green pass al ristorante: “Follia, ma ok se eviterà le chiusure”

Continua a far discutere in Italia, fra addetti ai lavori e politici, la possibile estensione dell’uso del green pass per l’ingresso in luoghi pubblici come bar e ristoranti, sulla falsa riga di quanto accaduto in Francia. A dire la sua ai microfoni di AdnKronos anche lo chef Gianfranco Vissani.

“Il green pass per accedere al ristorante è una follia, ma se dovesse essere l’unico modo per evitare le chiusure dei locali, che green pass sia!”, spiegano lo chef e il figlio Luca dallo loro tenuta a Baschi, in provincia di Terni.

E i due colgono l’occasione per sottolineare – un’altra volta – la mala-gestione del governo sulla crisi pandemica, a loro modo di vedere dettata da “miopia delle scelte politiche verso imprenditori, lavoratori e pensioni minime”.

“Se non impariamo a convivere con questa situazione sanitaria, varianti incluse, mentre si cammina per uscirne, sarà uno sfacelo per l’Italia – avvertono – Dopo due anni così dove chi ha goduto del reddito di cittadinanza è stato al sicuro e chi, invece, è finito in Cig ha fatto la fame, due anni in cui la gran parte delle attività hanno avuto perdite stratosferiche, mentre c’è chi ha incassato cifre inimmaginabili lavorando in un settore merceologico legato alla sanità […] Gli imprenditori non hanno il panno caldo dello stipendio sicuro a fine mese come i politici e ritengono preziosi i propri dipendenti. Ecco perché trovano inaccettabili le lezioni di certi politici che dicono ‘pagate i giovani e assumeteli che ci sono’. Ecco, farebbero bene a tacere e a impegnarsi perché non si ripeta quello che è accaduto in questi due anni: le chiusure sono una scelta irripetibile”.

“Irripetibile poi – spiegano – anche alla luce del fatto che nessuno ha pensato a calmierare le bollette della luce, per esempio, che ora sono anche aumentate […]. Noi però i frigoriferi dobbiamo tenerli accesi e così tutto il resto con spese che, nel nostro caso specifico, si aggirano intorno ai 100mila euro l’anno solo di luce, senza contare il milione di euro di fatturato perso durante il lockdown”.

Fonte: AdnKronos