Gli allevamenti di salmone mettono in pericolo la sopravvivenza degli esemplari selvatici

Uno studio del governo scozzese ha recentemente sottolineato i pericoli e le conseguenze degli allevamenti intensivi di salmone.

Gli allevamenti di salmone mettono in pericolo la sopravvivenza degli esemplari selvatici

Secondo uno studio del governo scozzese le tecniche intensive impiegate negli allevamenti di salmone portano a un aumento dei parassiti nei mari e contribuiscono all’aumento dei pidocchi del salmone (esseri che si cibano della pelle di questi pesci), mettendo dunque in pericolo la sopravvivenza degli esemplari selvatici. La presenza di questi ultimi nell’Oceano Atlantico, secondo gli elaborati della North Atlantic Salmon Conservation Organization, è dimezzata negli ultimi 40 anni.

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Il problema è particolarmente grave in Norvegia, dove la fuga di salmoni allevati con caratteristiche favorevoli all’agricoltura funge da vettore di malattie e parassiti per le popolazioni selvatiche, e ne indebolisce l’integrità genetica al momento della riproduzione. Per scongiurare questo pericolo, il governo norvegese ha investito 1,5 milioni di euro per l’installazione di trappole fluviali, disponendo inoltre che gli allevamenti vengano recintati con maggior cura in modo che i pesci non riescano a fuggire e a entrare in contatto con gli esemplari selvatici.

Misure che, verosimilmente, verranno presto anche adottate dalla Scozia. Andrew Graham-Stewart, direttore dell’ente di beneficienza Salmon and Trout Conservation, descrive il futuro del salmone selvatico nelle Highlands occidentali come “cupo, a meno che il governo scozzese non inizi ad agire per proteggerlo”. Graham-Stewart precisa inoltre come l’iniziativa debba necessariamente provenire dal governo, poiché “l’industria non si muoverà verso il contenimento stretto” a causa di una mancanza di incentivi.