Se le puntuali code durante il Cheese di Bra presso gli stand degli espositori statunitensi o le rivelazioni di Alberto Grandi sull’autenticità storica del Parmigiano prodotto in Wisconsin non vi hanno ancora convinto che la scena casearia made in USA è molto di più si sottilette di american cheese fosforescenti o blocchi di Cheddar plastificati, abbiamo un’altra notizia per voi.
Emilia D’Albero, una “cheesemonger” -un termine che potremmo tradurre con esperta o commerciante di formaggi, non una produttrice insomma- ha infatti ottenuto un risultato storico, vincendo in Francia la medaglia d’oro al Mondial du Fromage: è la prima volta in assoluto che un americano si aggiudica il primo premio in questo evento di fama mondiale.
La vittoria al Mondial du Fromage
Il Mondial du Fromage, nato nel 2013, riunisce i migliori professionisti del settore da tutto il mondo, sottoponendoli a una serie di prove rigorose per testare la loro conoscenza, abilità e arte. Quest’anno, 18 concorrenti da 10 nazioni si sono sfidati in nove diverse prove, tra cui degustazione alla cieca, un temutissimo test scritto, il taglio di una quantità precisa di formaggio senza l’uso di strumenti di misurazione e una presentazione orale. Più che una competizione, una maratona, della durata di ben sette ore, e che culmina con la creazione di una scultura di formaggio tridimensionale. La scultura di D’Albero raffigurava le fasi lunari.
Oltre alla gloria, D’Albero si è aggiudicata un premio di 2.500 euro, ma l’obiettivo non era certo solo il bieco denaro, piuttosto la sua speranza più grande è che questa vittoria possa cambiare la percezione della sua professione negli Stati Uniti.
“Fondamentalmente, la definizione di un cheesemonger è una persona che partecipa alla vendita di formaggio, burro e altri prodotti lattiero-caseari”, ha dichiarato D’Albero alla CNN. Ha poi aggiunto che il lavoro implica anche “essere un narratore ed educare le persone a essere consumatori responsabili. È decisamente un lavoro qualificato”. Sottolineando la differenza culturale, ha affermato: “In Europa questa è una professione molto rispettata, ma negli Stati Uniti pensano che lavoriamo dietro il banco di una salumeria a offrire assaggi”.
Il successo americano è stato doppio: per la prima volta, il Team USA ha schierato una squadra tutta al femminile, e entrambe le concorrenti sono salite sul podio, con la collega Courtney Johnson di Seattle che vinto la medaglia di bronzo.
Il messaggio di D’Albero va oltre il riconoscimento professionale e mira a rendere il formaggio più accessibile a tutti. “Voglio che la gente sappia che il formaggio è per tutti”, ha detto. “È stato inventato dalla classe lavoratrice per nutrire il proprio corpo. Non è solo per le persone raffinate, è qualcosa di cui tutti possono godere. Un buon casaro non ti farà mai sentire sgradito”.
Adam Jay Moskowitz, capo allenatore del Team USA, ha riassunto lo spirito dell’evento: “oggi il vero vincitore è il formaggio, perché al Mondial Du Fromage non conta più il Paese di provenienza, ma si dimostra che facciamo tutti parte di un villaggio globale al servizio del formaggio”.