Glifosato: il parlamento europeo vota il divieto totale entro il 2022

Il Parlamento Ue ha votato per l'abbandono graduale del glifosato entro 5 anni. La risoluzione approvata a Strasburgo non è vincolante ma domani votano tutti gli Stati

Glifosato: il parlamento europeo vota il divieto totale entro il 2022

Ore contate per il glifosato in Europa.

O forse no.

Oggi il parlamento europeo ha chiesto il divieto totale entro dicembre 2022 degli erbicidi a base di glifosato, il diserbante più usato al mondo, “probabilmente cancerogeno” secondo lo Iarc (Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità), e norme restrittive immediate sull’impiego della sostanza.

Un’opposizione di fatto alla proposta della Commissione Ue di rinnovare per dieci anni la licenza del controverso erbicida a partire dal 15 dicembre di quest’anno, data di scadenza della licenza attuale.

E domani a votare saranno gli Stati dell’Unione Europea. Servirà una maggioranza qualificata, vale a dire il voto favorevole di 16 Stati su 28 totali, che rappresentino almeno il 65% dell’Unione Europea, mentre Italia, Francia e Austria hanno già annunciato il loro voto contrario al rinnovo.

Si è arrivati a questo punto perché le procedure di valutazione dei rischi da glifosato condotte sia dall’Agenzia per i tumori ONU sia dalle Agenzie europee per la sicurezza alimentare, sono arrivate a risultati discordi, senza contare i dubbi relativi ai dati, diffusi da Monsanto, l’azienda proprietaria del noto erbicida, in merito alla loro affidabilità.

La risoluzione odierna, che aveva l’obiettivo di arrivare a una totale eliminazione del glifosato entro il 2022, è stata approvata con 335 voti favorevoli, 204 contrari e 111 astenuti, ma non è vincolante: decisiva, invece, sarà la votazione di domani da parte degli Stati UE.

Intanto, alcuni sondaggi a campione hanno evidenziato come la maggioranza dei cittadini europei, con percentuali che nei singoli Paesi si attestano sull’80%, siano contrari all’utilizzo dell’erbicida, mentre in Italia il suo impiego è già vietato in determinate aree urbane come parchi, giardini, campi sportivi, aree gioco e strutture sanitarie, ma anche nelle campagne, durante il periodo di pre-raccolta.

[Crediti: Repubblica]