Gran Bretagna: in calo i ristoranti italiani, cinesi e indiani

A quanto pare in Gran Bretagna sono in calo i ristoranti italiani, cinesi e indiani, mentre vanno per la maggiore quelli mediorientali, caraibici e vegetariani.

Gran Bretagna: in calo i ristoranti italiani, cinesi e indiani

Pare che in Gran Bretagna siano in calo i ristoranti italiani, cinesi e indiani, mentre vadano per la maggiore quelli caraibici, mediorientali e vegetariani. A dirlo è un sondaggio trimestrale realizzato dalle società di ricerca e consulenza CGA e AlixPartners, sondaggio che, è bene dirlo, non include takeaway e caffetterie. Il calo nel settore è del 3,4%, con un netto di 18 chiusure a settimane. Seppur con le debite eccezioni.

La maggior parte del declino del settore ristorazione è imputabile a ristoranti italiani, indiani e cinesi: il numero di ristoranti italiani è sceso del 4,7%, complice anche il crollo finanziario di Jamie Olivier che ha chiuso 22 punti vendita. I ristoranti indiani hanno subito un calo del 2,6%, ma il calo più notevole è stato quello dei ristoranti cinesi, con -7,3%.

Tuttavia una manciata di cucine sta invertendo questa tendenza. Per esempio, i fan del jerk chicken e del saltfish hanno incrementato il numero dei ristoranti caraibici del 144%, grazie anche alla raffica di nuove aperture della catena Turtle Bay. In crescita anche i ristoranti giapponesi con +27%, merito delle grandi catene come Yo Sushi! e Wagamama, mentre l’incremento dei fautori di stili di vita più “salutistici” senza carne hanno portato a un aumento del 69% dei ristoranti vegetariani. Buona prova anche dei ristoranti turchi e mediorientali con aumenti di +60%.

Graeme Smith, amministratore delegato di AlixPartners, ha spiegato che la rapida crescita di ristoranti focalizzati su determinati tipi di cucina evidenzia come tali ristoranti possano incontrare il favore del pubblico rispondendo alla rapida evoluzione dei gusti dei clienti britannici.

In crisi anche pub e bar, con un calo del 2,4%, anche se per i pub, rispetto ai ristoranti, il tasso di decremento è più lento. Un po’ meglio, invece, va ai locali che, oltre al cibo e alle bevande, offrono anche extra come intrattenimento e musica dal vivo, con una crescita del 22%.

[Crediti | The Guardian]