Grano, continua a salire: +53% a un mese dalla guerra in Ucraina

È quanto emerge dalle analisi della Coldiretti in riferimento allo sconvolgimento dei mercati internazionali dell’energia e del cibo che minaccia imprese e famiglie, dai trasporti agli approvvigionamenti alimentari.

Grano, continua a salire: +53% a un mese dalla guerra in Ucraina

Un mese di guerra in Ucraina ha fatto impazzire i prezzi delle materie prime, dal petrolio che è aumentato del 25% al prezzo del grano che è balzato del 53% con effetti a valanga su famiglie ed imprese.

È quanto emerge dalle analisi della Coldiretti in riferimento allo sconvolgimento dei mercati internazionali dell’energia e del cibo che minaccia imprese e famiglie, dai trasporti agli approvvigionamenti alimentari. L’emergenza provocata dalla guerra in Ucraina – afferma Coldiretti – mette in pericolo in Italia l’accesso al cibo di 2,6 milioni che hanno bisogno di aiuto per mangiare, secondo l’analisi della Coldiretti nell’evidenziare che in difficoltà ci sono tra gli altri 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili, sostenuti attraverso il Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead).

impasto del pane diviso in palline

Si tratta della componente più debole della società che è più esposta all’impoverimento alimentare determinato dal caro prezzi ma anche dal rallentamento dell’economia e dalla frenata dell’occupazione. Tra le misure suggerite dalla Commissione europea per alleviare l’impatto delle quotazioni elevate – evidenzia Coldiretti – c’è il via libera alla semina in Italia di altri 200mila ettari di terreno oltre alla la possibilità per gli Stati membri di applicare aliquote ridotte dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) sugli alimenti.

“Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita all’Italia una produzione aggiuntiva stimata dalla Coldiretti in circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e di tenero per fare il pane” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che sottolinea come nel medio periodo si tratti di “un quantitativo che può aumentare di almeno cinque volte con la messa a coltura di un milione di ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua”.