Grano: continuano i negoziati in Turchia, e l’Ucraina lavora per aprire due corridoi via terra

Mentre i negoziati per l'apertura dei porti continuano, l'Ucraina cerca altre strade per esportare il proprio grano.

Grano: continuano i negoziati in Turchia, e l’Ucraina lavora per aprire due corridoi via terra

I negoziati ad Ankara, capitale della Turchia, per l’apertura di un corridoio sicuro che permetta all’Ucraina di esportare via mare le proprie scorte di grano sono ancora in fase di configurazione: il presidente turco Erdogan ha infatti dichiarato di essere pronto a ricontattare, nel corso di questa settimana, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per riaprire la questione dopo il fallimento dell’incontro con il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov.

von der leyen p

In questo contesto è importante notare che Kiev è al lavoro per sbloccare – almeno in parte – due corridoi via terra, uno verso la Polonia e uno verso la Romania, in modo da consentire un regime di esportazioni ben inferiore a quello tradizionale, ma comunque relativamente sicuro e affidabile. Non è un caso, infatti, che anche la stessa Unione Europea, mentre attende lo sblocco dei porti, si stia attivando in questo ambito: nello specifico, a Bruxelles si punta soprattutto sulla regione del Delta del Danubio, che di fatto confina con il distretto di Odessa. “La sfida è una posizione unitaria che rifletta la grandezza di queste decisioni” ha commentato a tal proposito la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

La stessa von der Leyen ha poi ribadito la presenza di uno schema di lavoro che mira a riunire i Paesi membri attorno al sì all’Ucraina, elencando i campi in cui Kiev ha centrato i target europei. “Il mio auspicio è che, fra vent’anni, potremo dire di aver preso la giusta decisione” ha commentato. Al momento, almeno cinque capitali sono contrarie alla concessione dello status all’Ucraina, con Danimarca, Svezia e Finlandia che in particolare si sono distinti come i Paesi più scettici, seguiti da Portogallo e Germania.