L’equazione è terribilmente semplice – se non c’è acqua le piante non crescono, e se non ci sono piante c’è meno da mangiare. L’attuale crisi innescata dalla crudele stretta della siccità ha già coinvolto i prezzi dei beni alimentari (corollario della prima equazione: quando c’è meno cibo quel poco che c’è aumenta di valore) facendoli aumentare notevolmente, e continua a far oscillare verso il basso le produzioni nazionali di diversi prodotti – dal grano al latte. In questo contesto, Giuseppe Ferro, amministratore delegato del pastificio ‘La Molisana’ di Campobasso, ha voluto condividere con i microfoni dell’ANSA le stime della sua azienda per il raccolto di grano duro, che di fatto fa registrare un brusco calo oscillante tra il 25 e il 30%.
“I cambiamenti climatici continuano a fare grandi danni” ha spiegato a tal proposito Ferro. “La diminuzione nelle aree vocate alla produzione di grano duro si attesta, al momento, tra il 25% e il 30 % con conseguente aumento del prezzo”. Occorre specificare che, in ogni caso, si è ancora in attesa dei dati completi del resto delle Regioni per avere un quadro più chiaro e preciso della situazione – ma è anche vero che pure nel resto d’Italia il contesto non sia particolarmente più favorevole. Ricordiamo, infatti, che per la produzione della pasta la storica azienda usa solo grano italiano, coltivato Molise, Puglia, Marche, Lazio e Abruzzo, “aree naturalmente vocate alla produzione cerealicola grazie al clima particolarmente favorevole” come spiega l’amministratore delegato Ferro.