L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, o per gli amici Fao, ha recentemente annunciato di aver ricevuto 17 milioni di dollari dal Giappone per affrontare al meglio i problemi di stoccaggio del grano in Ucraina, in modo da determinare al più presto un aumento delle esportazioni in modo da tamponare gli aumenti ai prezzi alimentari. I fondi in questione, secondo quando lasciato trapelare dalla Fao, aiuterebbero il cosiddetto Granaio d’Europa a immagazzinare i prodotti dell’attuale raccolto di luglio e agosto in appositi contenitori modulari: vi ricordiamo, infatti, che in seguito al blocco dei porti dovuto all’invasione delle forze russe, l’export è rimasto pressoché bloccato lasciando i silos e i magazzini pieni di grano.
Stando alle stime redatte dagli esperti della Fao l’Ucraina dovrebbe avere ancora circa 18 milioni di tonnellate del raccolto dell’anno scorso bloccate nei vari depositi nazionali, e le previsioni sul raccolto indicano a un ulteriore aggiunta di circa 60 milioni – un bel problema, considerando che per l’appunto circa il 30% dei granai risultano ancora pieni del raccolto della stagione passata. I flussi logistici terrestri o fluviali, infatti, si stanno rivelando troppo lenti – appena 2 milioni di tonnellate al mese -, e la Fao ha pertanto spiegato che utilizzerà i fondi giapponesi anche per rendere più efficienti queste rotte alternative.
“Gli agricoltori ucraini stanno alimentando se stessi e altri milioni di persone in tutto il mondo”, ha affermato a tal proposito Rein Paulsen, Direttore dell’Ufficio per le emergenze e la resilienza della Fao. “Garantire che possano continuare la produzione, immagazzinare in sicurezza e accedere a mercati alternativi è fondamentale per rafforzare la sicurezza alimentare in Ucraina e garantire che altri Paesi dipendenti dalle importazioni abbiano una fornitura sufficiente di grano a un costo gestibile”.