Guida Michelin Italia: le nuove segnalazioni per aprile 2024

I 15 nuovi ristoranti segnalati da Michelin per il mese di aprile, dalle Dolomiti alla Sardegna: ci saranno futuri stellati?

Guida Michelin Italia: le nuove segnalazioni per aprile 2024

Aggiornamento generoso quello della Guida Michelin per il mese di aprile 2024: sono ben 15 infatti gli indirizzi che si guadagnano la segnalazione degli ispettori, in attesa di scoprire, nella prossima premiazione, se potranno guadagnarsi anche un riconoscimento, sia un Bib Gourmand per i locali caratterizzati dal buon rapporto qualità prezzo, o addirittura l’ambita stella. Tra agriturismi, bistrot dalla spiccata ispirazione orientaleggiante e un malcelato entusiasmo per la tradizione regionale, vediamo chi si è guadagnato un posto sulla rossa.

Agriturismo Ferdy – Lenna (BG)

ferdy

Lo aspettavamo al varco: il progetto Ferdy Wild riscuote ormai da anni successo di critica e pubblico (anche vip), col suo approccio senza compromessi al prodotto e una proposta vini altrettanto intransigente. La cucina è ricca, golosa e in costante evoluzione, generosamente supportata dai prodotti dell’agriturismo, sempre disponibili nello shop della struttura.

Amo Bistrot – Verona

amo

Modernissimo bistrot in pieno centro di Verona, tra le mura di Palazzo Forti, negli spazi che hanno ospitato l’omonimo “Arena Museo Opera”. Il  menù è un piccolo giro del mondo, tra tapas di ispirazione orientale e paste che vanno dal ramen alla Thailandia passando  dalla Carbonara, il tutto supportato da una proposta di cocktail altrettanto trasversale.

Anto e Robi – Robbio (PV)

anto robi

Una piccola roccaforte gourmet dispersa tra le risaie della Lomellina, nella piccola cittadina di Robbio. Un locale guidato dalla passione dei titolari per il meglio della gastronomia, che propone una solida cucina principalmente di pesce, fatta di grandi prodotti e tecniche classiche. La carta dei vini curatissima e impreziosita da un’orgogliosa selezione di distillati, con particolare attenzione ai rum. Da assaggiare il “Lemon Limoncello”, marchio sviluppato dallo stesso “Robi” dell’insegna.

Dogma – Roma

dogma roma

Un locale piccolo, due giovani titolari, Gabriele Di Lecce e Alessandra Serramondi, per un ristorante che con la sua proposta e le sue scelte dimostra idee chiarissime. Chef Di Lecce vanta esperienze a Il Tino di Daniele Usai, da Nino di Costanzo -allora bistellato ad Ischia- e anche un passaggio da Anthony Genovese e Yannick Alléno, e la levatura tecnica traspare nella sua cucina a tutta brace, con una gestione precisa delle affumicature, con i carboni che caratterizzano anche i dolci.

Fratelli Bruzzone – Torino

bruzzone torino

Difficilmente abbiamo letto commenti così entusiasti da parte degli ispettori della guida rossa, di solito molto più compassati, ma evidentemente l’intensità e la passione con cui interpretano classici intramontabili della tradizione come acciughe al verde, cipolla al forno con bagna cauda, agnolotti (vero piatto forte della casa) e trippa non possono lasciare indifferenti nemmeno il gourmand più navigato.

Innesti – Pergine Valsugana (TN)

innesti

Uniti nella vita e nel lavoro, Daniele ed Elisa, lui in cucina e lei all’accoglienza (anche negli appartamenti della struttura), propongono la loro idea di montagna contemporanea: tre menù degustazione dai 40 agli 80 euro in cui il territorio è raccontato attraverso il legame coi prodotti, la storia e la proiezione del Trentino nel mondo.

Iris Ristorante – Verona

iris verona

Altro indirizzo in Verona città, a qualche centinaio di metri dall’Arena, anche questo in un contesto storico: siamo tra le mura quattrocentesche di Palazzo Soave, tra mattoni a vista e affreschi valorizzati da un recente restauro conservativo. Giacomo Sacchetto è cuoco d’esperienza e sa coniugare temi contemporanei come il ruolo del vegetale, con una concreta e golosa tecnica classica.

Lo Scalco Grasso – Mantova

scalco grasso

Da qualche anno ormai il locale di Vanni Righi è un apprezzato rifugio gourmet in Mantova città. I grandi classici della cucina locale non mancano mai, come gli imperdibili tortelli di zucca o l’insalata di cappone alla Stefani, ma la mano generosa e l’intento goloso dello chef caratterizzano anche le proposte più moderne. Da oste navigato e competentissimo sul vino, Righi è spesso presente in sala per raccontare le proposte della curatissima carta dei vini.

Oblige – Vignola (MO)

oblige vignola

Un locale dalla duplice personalità nel centro di Vignola: il cocktail bar Noblesse, e il ristorante fine dining Oblige. Qui lo chef Angelo Mennillo declina le sue origini campane contaminandole sia con ispirazioni internazionali, come nell’anguilla in teriyaki con insalata di rinforzo, che con quelle locali, vedi lo spaghetto al Lambrusco con trippa di cavallo e spuma di soffritto.

Opificio – Noventa Padovana (PD)

opificio padova

L’atmosfera è rilassata e l’ambiente decisamente informale, ma in questo locale nato come pub gastronomico e ora evoluto in vero ristorante gourmet, è evidente il gusto per le materie goduriose e lussuose. Tra foie gras, gamberi rossi, black cod e marezzatissimo wagyu giapponese c’è da divertirsi se si è amanti del genere.

Osteria Bakaré – Peschiera del Garda (VR)

bakaré

Soli 28 coperti a due passi dal lago di Garda, per un locale curatissimo nell’atmosfera e nel design. Il menù è un trionfo di ricchezza ittica, scampi, astici, ventresca di tonno, ricci di mare, declinati in preparazioni ricche di contrasti e ispirazioni orientali.

Sa Domu Sarda – Cagliari

domus sarda

I severi ispettori della guida gommata devono essersi davvero innamorati delle tradizioni italiane, purché proposte con competenza e autenticità. È il caso di questo ristorante di Cagliari che si è guadagnato la menzione Michelin grazie alla sua ricca cucina isolana di terra, a colpi di sitzigorrus (lumach), bue rosso, malloreddus e fregola.

Umami – Badalucco (IM)

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La struttura è quella dell’ex asilo del paese, ristrutturato dalla famiglia Roi, quella dell’omonimo olio extravergine, ora trasformata in un moderno ristorante il cui design è dominato dal legno di ulivo. Lo chef Matteo d’Elia mette la sua esperienza internazionale al servizio delle materie prime locali, creando un’ambiziosa contaminazione.

Almondo Trattoria – Torino

almondo torino

Sono due le insegne di Almondo nella capitale sabauda, ed è quella a due passi da piazza Gran Madre di Dio ad essersi guadagnata la menzione. Il menù è un goloso giro d’Italia da nord a sud, tra vitello tonnato e brustengo, tajarin e orecchiette. Grande attenzione per l’offerta vegetariana e gli intolleranti al glutine.

AceroRosso – Vodo di Cadore (BL)

cadore acero rosso

Un caratteristico e accogliente chalet di montagna, circondato dal verde e a pochi minuti da Cortina: archetipo di stile montano tradizionale, e la cui cucina non tradisce le aspettative. Grande tradizione e classici immancabile, con garbati contrappunti contemporanei.