L’annuncio arriva dai piani alti, com’è ovvio. La nota è traboccante di parole che non sfigurerebbero su un post su LinkedIn: buzzwords piene di vento. L’idea di Heineken è di “rimodellare” la propria sede centrale in quel di Amsterdam. Sulla strada ci sono 400 posti di lavoro circa.
Si parla di “nuova strategia”, di “riduzione della complessità”, di “accelerare il processo decisionale”. Insomma: lavoro per giardinieri e chirurghi. Cura dimagrante, potatura. La decisione è parte del progetto EverGreen 2030, entrerà in vigore a partire dal prossimo anno e porterà con sé “trasferimenti” e “la cessazione di alcuni ruoli”.
Cosa sappiamo della manovra di Heineken?
La nota, dicevamo, è piena di parole e snella di concretezza. Si legge della volontà di creare “un’organizzazione più agile, semplificata e connessa, pronta a concentrarsi sulle opportunità di crescita e innovazione”; e di ambire a “operare con maggiore impatto, potenziare i propri team e posizionarsi per cogliere le opportunità di crescita in modo più deciso”. Lasciare indietro il proverbiale deadwood, il cosiddetto peso morto, per correre più veloci.
Crescita e innovazione vengono citate così tante volte che, se si trattasse un tema delle scuole superiori, sarebbe appesantito da una miriade di segni in rosso: “troppe ripetizioni”. Heineken ha sottolineato che, oltre a lavorare a una nuova organizzazione del proprio global head office, sta “ampliando l’implementazione del suo Digital Backbone (DBB)”, programma che – zero punti per chi indovina – “semplificherà i processi” e “consentirà un’innovazione più rapida”.
L’operazione, nel suo complesso, dovrebbe aiutare il colosso brassicolo a “rispondere in modo rapido ed efficiente alle tendenze dei consumatori e ai cambiamenti del mercato”. Dolf van den Brink, CEO della stella rossa nonché presidente del consiglio di amministrazione, fa eco – in tutti i sensi: rime perfette – all’ottimismo: “Per rimanere al passo con i tempi, dobbiamo accelerare la nostra trasformazione digitale e concentrarci sulla nostra strategia”. Cioè?
“Riconosciamo l’impatto che questi cambiamenti possono avere sui nostri dipendenti e ci impegniamo a supportarli con attenzione e rispetto durante questa transizione” ha continuato. “Con un’organizzazione più forte, semplificata e più agile, siamo ben posizionati per sbloccare nuove opportunità di crescita e innovazione”. Altri due segni rossi. Al momento, Heineken non ha rilasciato dichiarazioni sul numero esatto di licenziamenti che prevede di effettuare.