I grandi marchi del cibo si lanciano ancora sul tennis

I tennisti riscuotono sempre più successo come testimonial di aziende alimentari: oltre Sinner e Alcaraz, abbiamo avuto molti esempi eccellenti.

I grandi marchi del cibo si lanciano ancora sul tennis

Carlos Alcaraz ha perso la finale di Wimbledon contro il nostro Jannik Sinner, ma gli affari non gli vanno comunque male. Numero due del ranking mondiale proprio dietro il campione di San Candido, e re dello Slam inglese nelle due ultime passate edizioni, lo spagnolo si è recentemente visto attribuire di Global Ambassador di Hipro, marchio del gruppo Danone specializzato in prodotti ad alto contenuto di proteine: e non è certo la prima sponsorizzazione di Alcaraz nel mondo del food, essendo già testimonial per l’azienda spagnola El Pozo, specializzata in salumi e carni fresche e surgelate.

Proprio in questo ambito però il confronto con Sinner è ancora più impietoso di quello sul campo: il nostro può già vantare collaborazioni con aziende alimentari come De Cecco, Parmigiano Reggiano, Lavazza ed Enervit, a testimonianza del fatto che i tennisti, mai come ora, sembrano testimonial appetibili per i grandi marchi del cibo.

Tennisti e sponsorizzazioni food

jannik sinner

Certo, il rapporto tra gli sportivi e la -chiamiamola così- gastronomia, ad una prima visione potrebbe non sembrare convincente. Finché si tratta di alimenti proteici o barrette sostitutive dei pasti il collegamento può passare per verosimile, ma alla fine nessuno crederà che un tennista in preparazione si conceda un piatto di pasta in più rispetto a quanto programmato da regimi alimentari pesati al grammo, nemmeno se a cucinarlo è Davide Oldani insieme a Roger Federer.

A parte quindi link “consuma questo prodotto diventa forte come lui”, che può sembrare figlio di una comunicazione pubblicitaria un po’ spicciola ma comunque sempreverde, cosa può portare proprio i campioni della racchetta ad essere così apprezzati nel mondo food and beverage?

Gli spaghetti al pomodoro di Oldani e Federer: ci sono un italiano, uno svizzero e un sirtaki greco Gli spaghetti al pomodoro di Oldani e Federer: ci sono un italiano, uno svizzero e un sirtaki greco

Una motivazione può essere il valore aggiunto anche delle altre sponsorizzazioni: pochi sport come il tennis riescono ad attrarre gli investimenti pubblicitari di marchi di lusso, e guardando proprio Sinner e Alcaraz, oltre a sponsor tecnici come Nike e Head, appaiono brand per ricconi come Gucci, Rolex, Louis Vuitton, Bmw e altro. Più placement che emulazione insomma, e la possibilità di affacciarsi a una vetrina non solo internazionale, ma dal valore percepito altissimo: qualcosa che uno shampoo che previene la forfora ancora non può permettere.

Va però detto che la love story tra i tennisti e le aziende alimentari non è una tendenza solo recente, e in passato ci sono esempi decisamente succosi, memorabilia di tempi che furono, più semplici e ingenui.
Prendiamo Rafael Nadal, che nel 2013 è protagonista di uno spot, non proprio meritorio di Effie Awards, in cui tira letterali cannonate al servizio grazie ai cracker Quely, azienda di Mallorca produttrice di snack e biscotteria.

Ormai bisogna mettersi in fila per dedicare un piatto a Jannik Sinner Ormai bisogna mettersi in fila per dedicare un piatto a Jannik Sinner

Torniamo poi nel 1995, con un John McEnroe che sfoga il suo proverbiale caratteraccio non contro un malcapitato giudice di sedia ma nientemeno che con Pete Sampras, all’epoca numero due del ranking ATP dietro un certo Andre Agassi. Il motivo? Doveva addentare la nuova creazione di Pizza Hut “alla Trump”, ossia partendo dal cornicione, in quanto ripieno.

E a proposito di McEnroe, il “superbrat” è anche protagonista di uno dei tanti, folkloristici spot giapponesi che, in un’epoca pre internet, si credeva restassero relegati alle reti televisive del Sol Levante senza coprire di ridicolo i testimonial in terra natale. E invece YouTube non mostra pietà.

Nel 1985 l’irascibile campione americano si è ritrovato affiancato da Ivan Lendl e Mats Wilander in un commercial per il tè freddo in lattina Tess. I numeri uno, due e tre del ranking di allora si esibiscono in una coreografia che fa apparire i Genesis di “I can’t dance” come étoile della Scala, e McEnroe mette alla prova le sue capacità attoriali spingendosi ben oltre la sua comfort zone, facendo una cosa che mai aveva sperimentato prima: sorridere.