Il Governo inglese ha speso 27mila sterline in vino durante la pandemia

Dopo diversi rinvii, sono arrivati i numeri sul consumo di vino del governo inglese durante al pandemia: per l'opposizione si è "fatta la bella vita a spese dei contribuenti".

Il Governo inglese ha speso 27mila sterline in vino durante la pandemia

Vi avevamo già parlato della “bufera alcolica” attraversata dal governo britannico verso la fine dell’anno appena trascorso. Un’immagine decisamente festaiola per Westminster, ulteriormente peggiorata dai dubbi sollevati dal partito laburista secondo cui il governo in carica stesse attivamente cercando di nascondere qualcosa, visti i diversi rinvii -ben quattro- nella pubblicazione del report riguardante le scorte di alcolici governativi, l’ultimo dei quali risale ormai a marzo 2020. Ecco, i numeri sono arrivati.

“Qualità appropriata a prezzo ragionevole”

vino governo inglese

Secondo il rapporto, nel periodo dei due anni del Covid, 2020-2022, sono state consumate più di 1400 bottiglie delle cantine del governo, bevute che hanno richiesto 27.000 sterline dei contribuenti per rimpinguare lo stock. Con un’impressionante escalation: se fino a marzo sono state stappate solo 130 bottiglie, le restanti 1300 sono state degustate fino a marzo 2022.

Si tratta comunque di un drastico calo rispetto ai periodi pre-pandemia, in cui il consumo medio si attestava tra le 3000 e le 5000 bottiglie, necessarie per “offrire agli ospiti del governo, siano nazionali o esteri, vini di qualità appropriata ad un prezzo ragionevole”. Viste le interruzioni negli spostamenti durante il Covid certe attività d’accoglienza avrebbero dovuto interrompersi, ma da marzo 2020 al 2021 risultano comunque spese 14.621 sterline per 516 bottiglie di “appropriato e ragionevole” Bordeaux. Non sono mancate 18 bottiglie di gin.

L’ospitalità della House of Parliament non manca comunque di dare il suo supporto anche alla rampante scena enologica britannica, con 12.356 sterline spese per vini spumanti inglesi con ben 636 bollicine stappate, di cui ben 180 in formato magnum. Il ministro degli esteri Andrew Mitchell (che ricordiamo essere il dicastero responsabile della gestione della cantina) dopo aver dovuto giustificare i diversi ritardi nella rendicontazione ora si limita a una laconica dichiarazione di circostanza: “tutti gli eventi di ospitalità del governo tenutisi durante questo periodo sono stati organizzati in piena osservanza delle restrizioni Covid”.

“Bella vita a spese dei contribuenti”

I laburisti colgono la palla al balzo e il procuratore generale dell’opposizione, Emily Thornberry, non le manda a dire: “hanno fatto la bella vita a spese di contribuenti mentre il resto del paese era in difficoltà, e non lo dimenticheremo.”

Una spiegazione, forse, viene dal membro del parlamento consevatore Sir Charles Walker il quale, in supporto all’export di vino australiano vessato dalle tasse cinesi, chiedeva ai consumatori di comprarne “due o tre bottiglie” come gesto di solidarietà. Va quindi apprezzato il sostegno verso i produttori del Sussex e di Bordeaux?