Il granchio blu ora si usa anche per il pet food

Da emergenza a nuova normalità: il crostaceo invasivo diventa ingrediente adatto alle ciotole dei nostri gatti.

Il granchio blu ora si usa anche per il pet food

Contro l’invasione del granchio blu nel mar Adriatico si è tentato di tutto, ora agendo per cercare di limitarne la presenza, ora arrendendosi al nuovo inquilino delle nostre acque e cercando di trasformarlo in una risorsa. È stato usato per produrre birra, se n’è valutato l’impiego per il consumo della polpa, si è pensato di ricorrere a dissuasori sonori o polpi per affrontare l’emergenza (che ormai è praticamente una nuova normalità). Ma non finisce qui, perché l’ultima frontiera nella lotta al crostaceo sembra essere il suo sfruttamento per la produzione di cibo per animali. Il progetto – non l’unico nella sua categoria –, prende forma in Veneto e mira a trasformare l’animale in materia seconda da dare in pasto ai nostri amici pelosi, soprattutto felini.

Il granchio blu come pet food

Granchio blu

Fil Blu è il nome della filiera multiattoriale messa in piedi per trasformare il granchio blu da minaccia a risorsa, un tentativo non nuovo e che ha assunto nei mesi molteplici forme.

Il progetto coinvolge diverse realtà: le università di Milano e Padova (da cui è scaturita la start-up Feed from food); l’azienda di cibo per animali Forza10, di Bagnoli di Sopra (PD); L’isola dei tesori, catena di punti vendita pet food che si occupa della distribuzione; e infine, ma non per ordine di importanza dato il loro ruolo primario nell’approviggionamento del prodotto, il consorzio delle cooperative di pescatori del Polesine.

Abbiamo trasformato il granchio blu in un successo, e non ce n’eravamo accorti Abbiamo trasformato il granchio blu in un successo, e non ce n’eravamo accorti

L’idea è semplice: disidratare e triturare il granchio blu (o gli scarti non utilizzati per l’alimentazione umana) per ricavarne un granulato utile per la preparazione di pet food. La sperimentazione è già iniziata e i destinatari finali saranno, almeno in un primo momento, solo i gatti, potenziali buoni candidati sulla base del sapore del prodotto. Se gli amici felini gradiranno, il progetto potrebbe essere ampliato su scala nazionale.