Il no alla carne coltivata è realtà: Ettore Prandini festeggia con una rissa davanti al Parlamento

L'attesa per il si al ddl che vieta la carne coltivata in Italia è stata movimentata da un diverbio acceso fuori dal Parlamento.

Il no alla carne coltivata è realtà: Ettore Prandini festeggia con una rissa davanti al Parlamento

Di certo sarà cotta sulla brace, almeno a giudicare da quanto infiamma gli animi: la carne coltivata continua a far parlare di sé, tra detrattori e sostenitori, ma mai avremmo potuto pensare che finisse in rissa. E invece – fortuna nostra, che amiamo le sorprese – è finita proprio così, con una serie di spintoni e grida tra Ettore Prandini e Riccardo Magi davanti al Parlamento.

Era lì che oggi si è tenuta la votazione per la il disegno di legge presentato dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida (con il grande sostegno di Coldiretti) che proibisce “la produzione e l’immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati”. Ovvero, che vieta la carne coltivata, cosa di cui l’Italia può dirsi assoluta pioniera: nessun altro in Europa impone qualcosa di simile.

Invece oggi il sogno di Lollobrigida e Prandini è realtà: la Camera ha approvato il disegno con 159 sì, 53 no e 34 astenuti. Dunque, da oggi, le discussioni sul tema sono chiuse: una decisione è stata presa, e se Coldiretti festeggia con le sue bandiere, sono molti altri quelli che faranno notare (ancora) che così rischiamo di rimanere indietro, anche solo sul fronte della ricerca.

Urla e spintoni: l’increscioso episodio prima della votazione

rissa carne coltivata prandini

Che il tema sia caldissimo lo testimonia una rissa (sfiorata?) in piazza Colonna, dove Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova stavano manifestando contro il ddl, esponendo cartelli con scritto “Coltivate ignoranza. Il divieto alla carne coltivata è antiscientifico e anti-italiano”. Cartelli che evidentemente non sono piaciuti a Ettore Prandini, presidente di Coldiretti che, a quanto raccontano le cronache, si è avvicinato al deputato di +Europa spintonandolo. “Tu sei un delinquente e un buffone”, ha urlato Prandini mentre veniva allontanato dai presenti, che hanno evitato che il diverbio degenerasse.

“Ecco la Coldiretti, bravi!”, si sentiva dire dall’altra parte, mentre Prandini veniva accompagnato via a suon di “vergogna!” di qua e “buffoni!” di là. Uno spettacolo decisamente poco decoroso, che porta il tema della carne coltivata al livello di una scazzottata davanti a un barbecue per la cottura delle costine. “Stavamo manifestando in maniera pacifica davanti a Palazzo Chigi il nostro dissenso per il provvedimento sulla carne coltivata e siamo stati aggrediti fisicamente dal presidente di Coldiretti”, ha detto Riccardo Magi ai microfoni dei giornalisti che hanno assistito alla scena. E Della Vedova ha rincarato la dose, minacciando di denunciare Prandini. “Se il presidente di Coldiretti si sente autorizzato, forte della partecipazione dei suoi, a venire ad aggredire un parlamentare, colpevole di aver espresso la propria opinione in Aula e per atti parlamentari, credo che siamo all’eversione”, ha detto.

Ma anche Prandini, dalla sua, ha minacciato azioni legali. “È stato un momento che si sarebbe dovuto fermare a un confronto verbale, non ho problemi a dire questo”, ha ammesso il presidente di Coldiretti. “Non chiedo però scusa per la spinta, perché Della Vedova non ha chiesto scusa al lavoro che fanno i nostri agricoltori e soprattutto perché la spinta è figlia del fatto che lui portava dei cartelli che insultavano l’intelligenza degli nostri agricoltori”.

Una giustificazione traballante, visto che nel sentire comune un cartello non dovrebbe essere genitore di una spinta, per utilizzare la stessa metafora di Prandini. Ma tant’è intanto possiamo prevedere che non ci sarà nessuna pace davanti a una grigliata e a un bicchiere di vino, nel caso qualcuno ci avesse sperato.